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Ansia, irritabilità, nervosismo, insonnia: ne soffre un europeo su 5. Sono manifestazioni di uno o più disturbi emotivi che, se affrontati ai primi sintomi, possono essere curati con successo; diversamente, rischiano di sfociare in patologie anche gravi. Lo stesso discorso vale per il baby blues, disturbo tipico del post parto.
L’ansia e i disturbi emotivi
Gli stati d’ansia sono il risultato di un meccanismo psicologico di risposta allo stress e possono tradursi in fenomeni neurovegetativi. L’ansia può essere transitoria, cioè legata a una situazione particolare, effimera, o di tratto, quando invece finisce per caratterizzare stabilmente l’individuo. Se una reazione emotiva risulta inappropriata, perché troppo intensa, duratura oppure al contrario assente, limitata nel tempo, si parla di disturbo emotivo.
Il baby blues
La gravidanza e i giorni successivi al parto sono periodi molto intensi nella vita di una donna. Gli sbalzi ormonali e i cambiamenti fisici che accompagnano i nove mesi causano spesso stati di ansia lieve e moderata. Anche le visite mediche e le ecografie, i racconti delle altre mamme e l’avvicinarsi del parto possono provocare tensioni e disagi emotivi, così come la paura di non essere pronte a diventare mamma. Nei giorni successivi al parto, molte neomamme, infatti, soffrono di “baby-blues”. Si tratta di una situazione comune, che può dipendere da molti fattori: stanchezza, disturbi fisici, paura di non sapersi occupare del bambino. Questo malessere si manifesta con pianti frequenti, ansia, tristezza, irritabilità, agitazione immotivata nei confronti del neonato, del partner e dei familiari in generale.
Un aiuto dall’omeopatia
I medicinali omeopatici possono essere assunti anche in concomitanza con il periodo dell’allattamento al seno, perché grazie alle loro alte diluizioni non presentano generalmente rischio di tossicità, sempre e comunque attenendosi al parere del medico. Il medicinale omeopatico indicato è Sepia officinalis 30 CH, 5 granuli al giorno fino al miglioramento dei sintomi. I granuli vanno sciolti in bocca, preferibilmente sotto la lingua.