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Dopo la nascita di un figlio e trascorso il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, oppure terminati i sei mesi di congedo facoltativo previsti dalla legge, molte neomamme devono fare i conti con il rientro in ufficio. Per alcune donne riuscire a conciliare famiglia e lavoro non è semplice, soprattutto se non ci sono aiuti esterni e se l’orario di lavoro prevede che la mamma si assenti da casa tutto il giorno. Oltre a ricorrere ad asili nido, baby-sitter e nonni oggi, grazie all’avvento dei sistemi informatici e delle nuove tecnologie, in Italia si sta diffondendo il telelavoro, anche se i dati relativi al nostro Paese sono i più bassi d’Europa: ne usufruisce, infatti, solo il 3,9% della forza lavoro.
Abbiamo chiesto un parere in merito a questa innovativa possibilità lavorativa a
Sergio Campo dall’Orto
, docente di economia e organizzazione aziendale presso il Politecnico di Milano che ha raccontato come il telelavoro offra benefici in termini di riduzione delle spese e aumento della produttività.
Massimo Gori, consulente di direzione e organizzazione aziendale della società Teknova di Milano, ha invece fatto il punto sulle resistenze da parte dei lavoratori a scegliere il telelavoro descrivendo come questa opzione garantisca invece un aumento della motivazione e della produttività.
Si tratta di una buona opportunità lavorativa per le neomamme perché consente di avere orari piuttosto flessibili e non prevede spostamenti casa-ufficio e viceversa.
Puoi lavorare da casa comunicando per via telematica
Nello specifico il telelavoro consente di svolgere l’attività lavorativa in un luogo diverso dalla sede dell’azienda, per esempio dalla propria abitazione, e comunicare con essa per via telematica. Ciò significa che la donna riceve i compiti da svolgere dal datore di lavoro e comunica con quest’ultimo circa lo svolgimento dell’attività lavorativa tramite computer, telefono (o cellulare) e Internet. Va specificato che un progetto di telelavoro non cambia la natura del rapporto di lavoro in atto e prevede, inoltre, che siano disposti rientri periodici del lavoratore in sede.
Stesse tutele e pari diritti
Il telelavoro è regolamentato da
leggi
e accordi quadro nazionali e interconfederali, nonché da accordi contrattuali. Il lavoratore beneficia delle stesse opportunità di carriera, di partecipazione a iniziative formative eccetera. Le donne che fanno questa scelta hanno quindi le stesse tutele e gli stessi diritti previsti dal contratto nazionale di categoria e da quello aziendale e beneficiano degli stessi diritti sindacali di chi lavora in azienda.
Per quali occupazioni è adatto
Il telelavoro è adatto per tutti i lavori d’ufficio. Per esempio:
– contabilità;
– assistenza clienti;
– attività in proprio (lavoro giornalistico, traduzioni, interviste per indagini di mercato e televendita).
Ne esistono diversi tipi
Il telelavoro può essere di diversi tipi. Ecco i principali.
– A domicilio: da casa ci si collega per via telematica all’azienda o ai clienti da seguire. Può prevedere anche una forma mista – ovvero una parte può essere svolta presso la società – e può essere da dipendente o autonomo. È molto flessibile e dà grande autonomia lavorativa e familiare;
– mobile: il lavoro non si svolge in un luogo fisso ma presso le sedi dei clienti, in alberghi o nell’ufficio di appoggio. È adatto per attività di vendita, assistenza e ricerche di mercato. Aiuta a risparmiare tempo, perché ci si può recare direttamente dai clienti. È comunque un’attività svolta fuori casa;
– a distanza: prevede una struttura attrezzata a disposizione di più lavoratori in un luogo diverso dalla sede aziendale. Da questa struttura si entra in contatto con la propria azienda, si scambiano dati, si caricano programmi e si pianifica la propria attività. Il centro di lavoro può essere pubblico, privato o misto, ed è sfruttato da dipendenti, lavoratori autonomi, liberi professionisti e piccoli imprenditori. A volte prevede un orario rigido, ma è vicino all’abitazione.
Costi e organizzazione del lavoro
Le spese per installazione e manutenzione della postazione di telelavoro sono a carico del datore di lavoro. Le attrezzature informatiche, comunicative e strumentali necessarie sono concesse in comodato gratuito al lavoratore per la durata del progetto. Chi lavora da casa riceverà una somma (spesso forfettaria) come rimborso spese di consumi energetici, telefonici ecc. Se si lavora in proprio tutta l’attrezzatura (scrivania, sedia con seduta e schienale regolabili, telefono, computer, fax ecc.) è a carico del lavoratore.
A chi rivolgersi
Per avere informazioni sul telelavoro è possibile rivolgersi all’Ufficio personale della propria azienda, ai sindacati o all’Inps.