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Ben 3 donne su 4, dopo la maternità, tornano al lavoro. Nella stessa posizione o in un posto diverso. Per le donne il lavoro è molto importante e lo dimostra il fatto che, chi lo lascia, in 8 casi su 10 non lo fa per una scelta personale. Per la quasi totalità (97 per cento), anzi, il lavoro è una fonte di autostima e gratificazioni, e per il 77 per cento realizzarsi nella professione favorisce una relazione positiva con i figli. È questa la fotografia del rapporto tra maternità e lavoro, che emerge da una ricerca realizzata da Prénatal con l’Istituto di ricerca Ispo.
Un “campione” di oltre 500 lavoratrici
Il campione preso in esame dall’indagine (intitolata “Mamme di talento. L’impatto della maternità sul lavoro femminile”) è stato di 505 lavoratrici, tra i 18 e i 54 anni, che sono diventate mamme tra il 2000 e il 2013. Quasi tutte denunciano la mancanza di strumenti di sostegno adeguati, mentre il 66 per cento si affida al grande ammortizzatore sociale che è rappresentato da nonni e parenti. Solo la metà delle donne ha potuto utilizzare strumenti come gli orari flessibili e i congedi parentali, ma nonostante la fatica e le difficoltà, gli ostacoli per loro non sembrano insormontabili, mentre 3 su 4 pensano anche a reinventarsi e a cercare nuove strade. E chi ci riesce spesso lo fa anche grazie alle opportunità offerte dalla Rete.
Gli strumenti che aiutano le mamme
Telelavoro, flessibilità oraria e asili nido aziendali sono gli strumenti preferiti per la conciliazione vita-lavoro per le mamme che lavorano. Ma sono ancora poche quelle hanno potuto utilizzarli. I più frequenti sono i congedi parentali (23 per cento), il part time orizzontale (18 per cento) e gli orari di entrata e uscita flessibili (17 per cento). Sette mamme su 10 pensano che un capo donna migliorerebbe le loro condizioni di lavoro; il dato curioso è che ne sono più convinte le mamme di 18-24 anni, mentre le over 45 sono più scettiche.
Nuove “strade”
Per conciliare famiglia e lavoro, le mamme cercano, come già accennato, nuove strade: il 39 per cento ci ha già pensato seriamente, il 36 per cento sta iniziando a rifletterci. Una su 10 afferma di essere riuscita a concretizzare un suo nuovo progetto, mentre 3 su 10 ammettono di non essere ancora riuscite e portarlo a termine. Per più motivi: nell’ordine, mancanza di capitali, assenza di politiche aziendali e imprenditoriali adeguate, necessità di maggiore formazione e informazione sulle possibilità di avviare un proprio progetto professionale.