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Sono davvero troppi gli impedimenti e i sacrifici che le mamme italiane sono costrette ad affrontare una volta tornate al lavoro. Per questo nel nostro Paese il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva. E la percentuale cresce con l’aumento del numero di figli, fino ad arrivare al 52,5% nel caso di donne con tre o più figli.
Carriera e maternità
Nel 2016 le donne che si sono licenziate poco dopo la gravidanza sono state 35.140. Di queste, solo 5.261 sono passate a un’altra azienda dopo il periodo di maternità. Per tutte le altre, cioè ben 29.879 donne, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro è stata tale da tenerle lontane dal mondo lavorativo. Non a caso, nel nostro Paese, il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa. In Italia, lavora soltanto una donna su due. Dati che spingono il Paese agli ultimi posti del ranking europeo.
Italia, fanalino di coda in Europa
La ragione per cui l’Italia ha numeri così preoccupanti (e paragonabili, tra i paesi dell’Unione Europea, solo a quelli della Grecia, i cui tassi di attività e occupazione corrispondono, rispettivamente, al 68.3% e al 63.4%) dipende principalmente dalla mancanza di un appropriato sistema di sostegno da parte dello Stato, utile a conciliare il ruolo di moglie e madre con quello di professionista. È la mancanza di sostegno da parte dello Stato che costringe alla scelta tra famiglia e carriera.
Tutto il mondo non è paese
Non solo in Italia le mamme hanno problemi e preoccupazioni al momento di rientrare al lavoro. Uno studio statunitense per il quale sono state intervistate 1.000 donne (tenendo conto che negli Stati Uniti, come afferma il Dipartimento del Lavoro, il 75% delle madri lavora full-time) ha rivelato che il 40% delle donne ha paura di essere troppo stanca per lavorare in modo efficiente; il 39% teme l’imbarazzo delle macchie provocate dalle fuoriuscite del latte materno; il 37% è preoccupata dei cambiamenti che il rispettivo ruolo potrebbe aver subito durante il periodo di assenza. Altro timore diffuso è quello di ritrovarsi a dover interrompere l’allattamento una volta rientrata in azienda. Nonostante tutti questi timori, il 79% delle donne intervistate ha dichiarato comunque di essere tornata a lavorare, e di aver trovato un buon supporto sul luogo di lavoro. In Italia, guardando i numeri, si scopre invece una realtà molto diversa, confermata dal basso tasso di occupazione femminile.
Rientro al lavoro: un momento delicato
Il rientro al lavoro dopo la maternità è un passaggio delicatissimo e denso di ansie, ma esistono alcuni accorgimenti per rendere questo momento meno difficile. Innanzitutto bisogna superare i tipici sensi di colpa che affliggono le neomamme: tornare nel mondo del lavoro non significa in alcun modo compromettere il benessere dei figli, anzi, per molti versi è vero il contrario. Avere una carriera soddisfacente permette di vivere anche la vita familiare con maggiore serenità. Ovviamente per tutte le mamme è necessario rinunciare all’ideale della “mamma perfetta”, eliminando così un’ansia eccessiva.