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Quando si diventa genitori non bisogna districarsi solo fra nuove responsabilità e tanti compiti. Mamma e papà devono informarsi anche in merito alla burocrazia connessa ai loro nuovi ruoli. Infatti, hanno diritto a una serie di agevolazioni, che negli ultimi tempi sono state oggetto di importanti modifiche. In particolare, in tema di congedo parentale. Ecco che cosa cambia.
Più tempo con il bebè
Il congedo parentale non va confuso con il congedo maternità. Quest’ultimo è un’astensione dal lavoro di cinque mesi che la mamma è obbligata a fare a cavallo fra il termine della gravidanza e la nascita del piccolo, in cui percepisce un’indennità (a carico degli enti previdenziali) pari all’80% del suo stipendio (o del 100% se previsto dai contratti nazionali). Il congedo parentale, invece, è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro per un totale complessivo di sei mesi, che possono essere goduti insieme o frazionati, durante i quali si percepisce il 30% della propria retribuzione. I genitori possono anche decidere di usufruire entrambi del congedo. In questo caso il numero massimo di mesi di congedo sale a dieci. Se il papà utilizza l’astensione () per non meno di tre mesi, il suo limite è elevato a sette e quello complessivo a undici mesi.
Solo per metà giornata?
Il decreto sulla conciliazione dei tempi lavoro-famiglia contenuto nel Jobs Act approvato a inizio anno aveva stabilito la possibilità per ciascun genitore di scegliere il congedo parentale a ore piuttosto che su base giornaliera o mensile. Questa possibilità era prevista, in via sperimentale, solo fino a fine anno. Ora le cose, però, sono cambiate. Infatti, prima il ministero del Lavoro ha pubblicato una nota in cui ha chiarito che il congedo parentale a ore sarebbe diventato definitivo e dopo qualche giorno l’Inps ha predisposto la specifica circolare applicativa, la circolare 152. Il congedo a ore può essere fruito anche in mancanza di intese tra le parti. In tal caso, però, come si legge nella circolare 152, “la fruizione nella singola giornata di lavoro è necessariamente pari alla metà dell’orario medio giornaliero”. Se, invece, se il congedo è regolato dalla contrattazione collettiva, potrà essere anche di durata inferiore alla mezza giornata.
Come presentare la domanda
I genitori interessati a usufruire del congedo a ore devono presentare una specifica domanda all’Inps, in cui dichiarare il numero di giornate da fruire in modalità oraria. L’invio può essere effettuato utilizzando tre canali:
- il sito internet dell’Inps, con il codice personale (Pin);
- il call center dell’istituto di previdenza;
- i patronati.