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Un recente studio della McMaster University dell’Ontario (Canada), condotto insieme ai ricercatori del Population Health Research Institute e Hamilton Health Sciences, renderà felici tutti coloro che aggiungono ovunque il sale per insaporire le loro pietanze!
100.000 persone di 17 Paesi
È il campione testato nello studio per valutare l’apporto di sodio correlato a malattie cardiache e ictus. Secondo la ricerca internazionale Urban Rural (Pure), la più grande del suo genere e appena pubblicata su New England Journal of Medecine, un basso apporto di sale, considerato tanto prezioso nell’antichità da venire utilizzato come moneta per pagare i legionari (da cui il nome salario), non provocherebbe una sensibile riduzione della pressione sanguigna rispetto al consumo moderato.
Confermati gli effetti negativi del sale
Martin O’Donnel della Mc Master University conferma che il sale ha effetti negativi, “tra cui l’aumento di alcuni ormoni che sono associati con un aumento del rischio di morte e malattie cardiovascolari”. Infatti, nel corso di un follow-up durato quasi 4 anni, un’assunzione di sodio eccessiva, pari a 7 grammi al giorno, è stata associata con un + 15% di probabilità di un evento cardiovascolare grave o di morte, rispetto al range di riferimento di 4-6 grammi al giorno.
Lo “sweet spot” del sodio
Al contrario, un’assunzione troppo bassa di sale (inferiore a 3 grammi) è stata associata con un rischio del 27% maggiore di eventi cardiovascolari rispetto al range di riferimento. In pratica, esisterebbe un “sweet spot” per il consumo di sodio, dove il troppo o il troppo poco potrebbero essere dannosi, mentre una moderata quantità, tra 3 e 6 grammi, sarebbe ottimale. Fortunatamente, la maggior parte delle persone nel mondo già consumano una quantità di sodio in tale intervallo. In discussione è il dogma stabilito e le politiche raccomandate di consumare poco sale. È quello che spiega Salim Yusuf, direttore del Population Health Research Institute che ha coordinato lo studio, ricordando che alcune linee giuda raccomandano di ridurre il consumo a 2,3 grammi giornalieri, quindi, “troppo pochi” e persino pericolosi!