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È noto a tutti che le diete iperproteiche sono pericolose e poco sane per l’organismo. A conferma di ciò c’è anche un’abbondante letteratura pubblicata sulle più importanti riviste scientifiche. Eppure, sono ancora in molti a seguirle, soprattutto in situazioni di sovrappeso e obesità, con la convinzione che eliminare i carboidrati sia la soluzione migliore e più facile a favorire la perdita dei chili di troppo. Non è così. Come spiega ora anche la nota nutrizionista americana Kaleigh McMordie che ha puntato l’indice anche contro i danni molecolari prodotti da troppe proteine nel piatto.
Effetti collaterali sulla sfera cognitiva e neurologica
Secondo la nutrizionista, l’assunzione prolungata di elevate quantità di proteine comporta, oltre ai ben noti danni a fegato e reni (a causa di un carico eccessivo di lavoro), anche diverse problematiche neurologiche che causano cattivo umore, irascibilità e annebbiamento mentale perpetuo. La causa sarebbe legata al fatto che i processi metabolici associati alla riduzione di zuccheri semplici e complessi porta a una sorta di deficit organico generalizzato, in grado di togliere glucosio al cervello e a favorire l’insorgenza di una sensazione di stress protratta.
Si riprendono i chili persi
Troppe proteine nel piatto favorirebbero anche:
- una ripresa della massa grassa inizialmente persa;
- spiacevoli effetti collaterali come l’alito cattivo, causato dal cortocircuito organico prodotto da una bilancia metabolica sbilanciata in direzione delle proteine.
Solo diete bilanciate
La nutrizionista americana conferma, ancora una volta, l’importanza di seguire un’alimentazione bilanciata anche in situazioni di regimi ipocalorici, per assicurare tutti i principi nutritivi necessari al corretto funzionamento dell’organismo. Troppo proteine nel piatto permettono, invece, di raggiungere “effimeri” vantaggi, come la perdita di peso più veloce, ma alla lunga, però, portano a danni alla salute, a volte anche irreversibili.