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Mangiare yogurt in modo regolare aiuta a prevenire le malattie del fegato, come il fegato grasso, che riguardano il 25% degli italiani e che arriveranno al 30% nel 2030. La scoperta è frutto di uno studio condotto da Assolatte, pubblicata sull’European Journal of Clinical Nutrition.
Una malattia pericolosa
La ricerca, in particolare, rivela che più aumentano i consumi di yogurt (sono stati misurati da meno di uno a più di 4 vasetti alla settimana) più si riduce, e in modo dose-dipendente, la frequenza della NAFLD, la steatosi epatica non alcolica, che provoca un’accumulo di grasso nel fegato, di cui soffre un quarto della popolazione mondiale, compresi i bambini. Un risultato che rimane identico sia se si scelgono yogurt interi sia se si consumano quelli parzialmente scremati. Lo studio è importante sia perché è il primo a dimostrare le ricadute benefiche del consumo di yogurt sul fegato sia perché è di tipo trasversale, poiché ha incrociato i dati sul consumo di yogurt di 24.389 uomini e donne adulti con quelli relativi allo stile di vita, ai parametri antropometrici e ai principali valori metabolici.
Proprietà antinfiammatorie e antiossidanti
Secondo i ricercatori, l‘effetto preventivo dello yogurt sulla NAFLD si deve alla ricchezza in batteri lattici e calcio. Infatti, i batteri svolgono un’azione antinfiammatoria, antiossidante e regolano l’attività del sistema immunitario, mentre il calcio contribuisce a stimolare l’ossidazione del grasso in ogni parte del corpo, fegato compreso. A quest’effetto diretto del calcio si aggiunge quello determinato dall’abbinata tra calcio e vitamina D, che, secondo alcuni studi, lavorano in sinergia e sono direttamente coinvolti nella prevenzione del fegato grasso.
Due tipologie
La steatosi epatica non alcolica include due diverse patologie. La prima è la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), ossia il “fegato grasso” non collegato ad abuso di alcol: accomuna il 25% degli italiani (con punte del 50% negli obesi) e avanza velocemente, tanto che si stima colpirà il 30% degli italiani entro una decina di anni. Meno diffusa è la seconda patologia, la steatoepatite non alcolica (NASH), che oggi è stimata intorno al 4,4% e che si presume supererà il 6% nel 2030.
Fonti / Bibliografia
- Association between habitual yogurt consumption and newly diagnosed non-alcoholic fatty liver disease | European Journal of Clinical NutritionMany studies have suggested that probiotics may be applied as a therapeutic agent for non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD). However, the effects of frequent yogurt consumption (as a natural probiotic source) on NAFLD remain poorly understood. This study was to examine the association of habitual yogurt consumption with newly diagnosed NAFLD in the general adult population. Overall, 24,389 adults were included in this cross-sectional study. Yogurt consumption was estimated by using a validated self-administered food frequency questionnaire. NAFLD was diagnosed by abdominal ultrasonography. We used logistic regression models to assess the association between yogurt consumption categories and newly diagnosed NAFLD. The multivariable odds ratios with 95% confidence interval of newly diagnosed NAFLD were 1.00 (0.88, 1.14) for 1 time/week, 0.91 (0.81, 1.02) for 2–3 times/week, and 0.86 (0.76, 0.98) for ≥4 times/week (P for trend = 0.01), compared with those...