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Non riuscite ad addomentarvi? Oppure vi svegliate spesso nel corso della notte? Allora non dovete mangiare pasti ricchi di grassi e zuccheri, ma piuttosto aumentare il consumo di fibre. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medecine da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York: mangiare meno fibre, più grassi saturi e più zuccheri sarebbe associato a un sonno più leggero, meno riposante e con più interruzioni.
Analizzata la qualità del sonno
Per giungere a queste conclusioni13 uomini e 13 donne di peso normale e un’età media di 35 anni sono stati invitati a dormire per 5 notti in laboratorio, durante le quali il loro sonno è stato analizzato. Lo studio consisteva nel verificare, con l’aiuto di strumenti specifici, il sonno dopo 3 giorni di dieta stabilita da un nutrizionista e poi dopo un giorno di dieta “a piacere”.
Quanto influisce la dieta
Lo studio avrebbe dimostrato che la dieta influenza la qualità del sonno, ha un effetto sul tempo impiegato ad addormentarsi (29 minuti per chi aveva mangiato “pesante” contro i 17 di chi aveva seguito una dieta sana). Nello specifico sarebbero emerse queste associazioni:
- maggior durata del sonno profondo a un maggior consumo di fibre;
- maggior consumo di grassi a una minore durata del sonno profondo;
- maggior consumo di zuccheri a un maggior numero di risvegli.
Importante anche il movimento
Secondo la presidente dell’American Accademy of Sleep Medicine, Nathaniel Watson questo studio confermerebbe che: “alimentazione e sonno sono interconnessi nel raggiungimento di uno stile salutare. Per assicurarsi una salute ottimale, è importante fare scelte che promuovano un riposo salutare, per esempio assicurarsi un’alimentazione nutriente e praticare regolarmente attività fisica”.
Pane, pasta e cereali “amici” del sonno
Pasta, pane e cereali, alimenti ricchi di carboidrati complessi, influiscono sulla produzione di alcuni neurotrasmettitori, sostanze chimiche che trasmettono le informazioni da una cellula nervosa all’altra, regolano il pensiero e la memoria, influenzano varie funzioni, compresi il sonno e l’appetito, e controllano l’umore. L’azione calmante dei carboidrati dipenderebbe dalla loro capacità di saziare, e quindi di alleviare rapidamente la sensazione di fame. Ma anche dalla possibilità di aumentare i livelli cerebrali di triptofano, un aminoacido, da cui deriva la serotonina, una sostanza che favorisce il rilassamento e stabilizza l’umore.