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Uno studio dell’università australiana di Newcastle ha indicato le più importanti regole sull’alimentazione da seguire in caso di prediabete, una condizione, spesso asintomatica, che precede il diabete di tipo 2: chi ne soffre ha la glicemia (il livello di glucosio nel sangue) superiore alla norma, ma non così elevata da caratterizzare una forma conclamata di diabete.
In Italia riguarda circa il 15% delle persone
Chi ne soffre corre un rischio maggiore del normale di avere anche patologie cardiovascolari: il rischio è una volta e mezza maggiore rispetto a chi ha una glicemia normale. Il prediabete non necessariamente porta allo sviluppo della malattia diabetica; le ultime Linee guida invitano anzi a usare il termine intolleranza glucidica, anziché prediabete, per sottolineare l’idea che la situazione sia ancora reversibile.
L’importanza della prevenzione
Numerosi studi in tutto il mondo hanno dimostrato che i programmi di prevenzione impediscono o ritardano la progressione del diabete di tipo 2. È stato calcolato per esempio che basterebbe seguire una corretta alimentazione e diminuire il peso corporeo del 5-10%, camminare per 30 minuti al giorno cinque giorni alla settimana, per ridurre di circa il 58% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 entro due anni. Come ha dimostrato la ricerca dell’Università di Newcastle, che ha fornito a 101 volontari in fase di prediabete un programma, della durata di 6 mesi, che comprendeva dieta con pochi grassi e aumento dell’esercizio fisico. Al termine del periodo i volontari hanno perso in media 5,5 chilogrammi e hanno migliorato i livelli di glicemia nel sangue.
Le regole d’oro
Tra i suggerimenti forniti dai ricercatori australiani, è fondamentale un maggior consumo di frutta e verdura, in particolare di verdure a foglia verde come spinaci, cavoli, lattuga, broccoli e crescione. Da abolire bevande gassate, zuccherate e softdrink in genere: l’assunzione giornaliera di queste bevande è stata associata a un aumento del 13% dell’incidenza del diabete di tipo 2. Particolarmente importante poi è portare in tavola cereali integrali, noci, legumi, oli vegetali. Anche il controllo dell’indice glicemico degli alimenti può aiutare la prevenzione del diabete. Un significativo aiuto può venire anche dal caffè, anche decaffeinato: contiene molecole bioattive che aiutano a regolare i livelli di zucchero nel sangue. In 28 studi comprendenti oltre un milione di adulti, i bevitori di caffè hanno riportato un rischio più basso di sviluppare il diabete di tipo 2. Chi beve 3 o più tazzine di caffè al giorno ha un rischio di sviluppare il diabete, inferiore del 21% rispetto a quelli che non hanno mai bevuto o bevono raramente caffè.