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Portare a tavola il mango può aiutare a contrastare gli effetti negativi di una dieta troppo ricca di grassi perché proteggerebbe i “batteri buoni” dell’intestino.
Lo studio in laboratorio
È questo il risultato cui sono giunti i ricercatori dell’Oklahoma Univerity autori di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Nutrition. I ricercatori hanno suddiviso 60 topolini in quattro gruppi:
- il primo a dieta normale;
- il secondo con una dieta ricca di grassi;
- il terzo con una dieta ad alto contenuto di grassi associata a una piccola supplementazione di mango;
- il quarto con una dieta ad alto contenuto di grassi associata a un’alta supplementazione del frutto esotico.
Più batteri intestinali benefici
Dopo 12 settimane è emerso che i topi del quarto gruppo, quelli cioè che avevano mangiato una consistente quantità di mango, avevano avuto una minor perdita di batteri intestinali buoni rispetto agli altri topolini. Ciò significa, nelle conclusioni dei ricercatori americani, che l’apporto di mango nella dieta potrebbe aiutare a mantenere la presenza di batteri benefici, in particolare i bifido batteri, e di conseguenza, a regolare la salute dell’intestino.
La funzione dei batteri buoni
Questi batteri svolgerebbero l’importante compito di prevenire il diabete e l’obesità, due emergenze sanitarie a livello mondiale. Inoltre, il mango svolgerebbe un altro effetto benefico sulla salute: favorire la produzione di acidi grassi a catena corta, sostanze preziose perché dotate di importanti proprietà infiammatorie. Da qui la raccomandazione degli studiosi americani di inserirlo nella dieta sia come frutto tal quale, sia di proporlo spesso come ingrediente nelle insalate o nelle macedonie.