In Italia è sempre più in diffuso il consumo del latte vegetale. A riferirlo è un’indagine Nielsen, secondo la quale nel 2015, 8,5 milioni di famiglie italiane avrebbero acquistato almeno una confezione di latte vegetale. Questo prodotto può essere ottenuto da diversi alimenti:
- dai cereali come il riso, l’avena, l’orzo, il frumento, il miglio, il kamut;
- dai legumi come la soia, le arachidi, i piselli;
- dalla frutta secca o semi oleosi come mandorle, noci, cocco, pinoli, nocciole, sesamo, girasole, canapa.
Preferito a quello di mucca
Ma perché molti italiani preferirebbero il latte vegetale a quello vaccino? I motivi sembrano essere diversi, come spiega la dottoressa Barbara Paolini, vicesegretario nazionale Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) e medico dietologo dell’AOU Senese,
- a causa di intolleranza al lattosio o ad allergia alle proteine del latte, che impongono l’esclusione di latte vaccino e suoi derivati dalla dieta;
- per una maggior adesione alla dieta vegana, che esclude tutti gli alimenti di origine animale;
- per motivi di rispetto verso gli animali;
- per motivi religiosi;
- per tentare di abbassare il colesterolo.
I tipi più diffusi
Latte di riso: oltre a essere uno dei latti vegetali più leggeri in commercio, favorisce la regolarizzazione della funzionalità intestinale. È facilmente digeribile, poiché non contiene lattosio e può essere inserito anche in una dieta ipocalorica in quanto apporta appena 140 calorie rispetto alle quasi 190 calorie di un bicchiere di latte intero. Non contiene colesterolo, ma il contenuto di calcio e proteine nobili è basso. Per questo motivo in commercio sono in vendita bevande di riso fortificate di calcio. Per il suo gradevole sapore, viene utilizzato anche in cucina per preparare dolci e besciamelle.
Latte di soia: tra i latti vegetali, è quello più conosciuto ed acquistato. Ha un contenuto proteico simile a quello del latte vaccino, ma ha il duplice vantaggio di avere un apporto lipidico più basso e di essere ricco in acidi grassi omega 3, dal riconosciuto ruolo cardioprotettivo. Essendo povero di vitamina D, in commercio sono disponibili bevande a base di soia fortificate con questa vitamina. Nonostante le sue preziose proprietà nutritive, il latte di soia sarebbe, tuttavia, sconsigliato in chi soffre di calcoli renali(), per il suo contenuto in ossalati, che ne possono favorire la precipitazione, e in chi assume alcuni farmaci, la cui azione può risultare alterata.
Latte di avena: contiene fibre e vitamine del gruppo B, soprattutto acido folico, rendendolo adatto anche all’alimentazione delle donne in gravidanza. Inoltre, è utile anche in chi soffre di ipercolesterolemia perché, per il suo contenuto di beta-glucano, contribuisce ad abbassare i livelli ematici di colesterolo Ldl. Anche il latte di avena, come quello di riso, ha un gusto delicato che ben si adatta alla preparazione di besciamelle e di molte torte salate.