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Ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari si può! Basta seguire una dieta semivegetariana, cioè con almeno il 70% del cibo di origine vegetale. Questo permetterebbe di ridurre del 20% il rischio di morire a causa di malattie cardiache, rispetto a chi si alimenta con meno del 45% di cibi derivanti da fonti vegetali. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Imperial College London che ha condotto un lungo studio presentato recentemente al congresso annuale dell’American Heart Association EPI/Lifestyle a Baltimora.
Analizzato mezzo milione di europei
Sono stati valutati il tipo di dieta, lo stile di vita, le abitudine alimentari ed il peso di oltre 450mila europei che hanno preso parte al progetto EPIC, iniziato nel 1992. Il campione testato prevedeva ambo i sessi e nessuno affetto da malattie a lungo termine all’inizio dell’analisi. I risultati emersi a fine studio sono stati che una dieta semivegetariana potrebbe:
- aiutare a prevenire patologie cardiovascolari come ictus e infarto.
- allungare la vita delle persone.
Senza dover sostenere la teoria vegana, sarebbe quindi già un buon risultato, nell’ottica della prevenzione delle malattie cardiache, ridurre il consumo di carne per sostituirla con alimenti di origine vegetale.
Vince il modello di dieta mediterranea
Gli esiti dello studio richiamano, in fondo, il modello nutrizionale della dieta mediterranea che prevede un alto consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, frutta secca e olio extravergine d’oliva e un moderato consumo di alimenti di origine animale come carne bianca, pesce, latte e derivati, uova e pochissima carne rossa. Un sano modello alimentare riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità per i suoi numerosi effetti benefici sulla salute.