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Ci sono alimenti, come gli snack e le bevande zuccherate, che sono un concentrato di sali e zuccheri e altri insospettabili ma altrettanto pericolosi: si tratta in ogni caso di cibi pronti, di produzione industriale (prodotti da forno, zuppe di verdure pronte, prodotti a base di carne e pesce). Tutti alimenti che spesso abbondano di zuccheri, sale e additivi, sostanze che potrebbero aumentare il rischio di eventi cardiovascolari (infarto e ictus). È quanto suggerito da due studi indipendenti pubblicati entrambi sul British Medical Journal.
+ 13% infarto e 11% ictus
Il primo studio, diretto da Mathilde Touvier del gruppo di ricerca ‘Nutritional Epidemiology Research Team, che comprende vari centri di ricerca francesi tra cui l’Inserm, ha coinvolto per 10 anni 105.159 adulti francesi (21% maschi; 79% donne) di età media 43 anni, che hanno completato un questionario alimentare delle 24 ore per misurare il consumo abituale di 3.300 differenti tipologie di cibi come parte dello studio “NutriNet-Santé“. I cibi sono stati raggruppati a seconda del livello di lavorazione industriale (un cibo è considerato tanto più sano e naturale quanto più corta è la lista degli ingredienti di cui è composto, compresi gli additivi). Al termine è emerso che ogni aumento del 10% del consumo di cibi pronti, si associa a un incremento dei rischio cardiovascolare complessivo del 12%, del rischio cuore del 13% e del rischio ictus dell’11%.
Rischi proporzionati al consumo
Il secondo studio, condotto all’Università di Navarra in Spagna, ha messo a confronto i cibi pronti con la mortalità per tutte le cause, e ha coinvolto 19.899 laureati (7.786 maschi; 12.113 femmine) di età media 38 anni. Anche loro hanno compilato un questionario alimentare nell’ambito dello studio Seguimiento Universidad de Navarra (SUN). I casi di morte sono stati registrati nell’arco di 10 anni di monitoraggio. È emerso che chi consumava 4 porzioni al giorno di cibi pronti aveva un rischio di morire per qualunque causa del 62% più alto di chi ne consumava solo due; il rischio di morte sale di un ulteriore 18% per ogni porzione di cibo industriale in più consumata al giorno.
Fonti / Bibliografia
- Consumption of ultra-processed foods and cancer risk: results from NutriNet-Santé prospective cohort | The BMJObjective To assess the prospective associations between consumption of ultra-processed food and risk of cancer.Design Population based cohort study.Setting and participants 104 980 participants aged at least 18 years (median age 42.8 years) from the French NutriNet-Santé cohort (2009-17). Dietary intakes were collected using repeated 24 hour dietary records, designed to register participants’ usual consumption for 3300 different food items. These were categorised according to their degree of processing by the NOVA classification.Main outcome measures Associations between ultra-processed food intake and risk of overall, breast, prostate, and colorectal cancer assessed by multivariable Cox proportional hazard models adjusted for known risk factors.Results Ultra-processed food intake was associated with higher overall cancer risk (n=2228 cases; hazard ratio for a 10% increment in the proportion of ultra-processed food in the diet 1.12 (95% confidence interval 1.06 to 1.18); P for...
- The SUN cohort study (Seguimiento University of Navarra) - PubMedThe SUN study and the accompanying case-control study support the benefits of a Mediterranean diet and olive oil against CHD and hypertension.