Ferro: troppo fa male

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 26/11/2019 Aggiornato il 26/11/2019

Livelli troppo bassi di ferro espongono al rischio di anemia, ma se si superano certe soglie si corrono altri rischi, come trombosi e infezioni

Ferro: troppo fa male

Tutti sanno che livelli troppo bassi di ferro sono pericolosi, perché predispongono all’anemia. Ma pochi sanno che anche livelli eccessivi sono dannosi: infatti, possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Vediamo perché.

Un minerale molto importante

Il ferro è un minerale molto importante per l’organismo. Si tratta, infatti, di un elemento costitutivo dei globuli rossi e dell’emoglobina: il midollo osseo produce entrambi gli elementi proprio a partire dal ferro. Basti pensare che ogni molecola di emoglobina contiene quattro atomi di ferro. Ecco perché la carenza di questa sostanza comporta la riduzione delle molecole di emoglobina. Non solo: sono proprio gli atomi di ferro a legare l’ossigeno a livello dei polmoni e a rilasciarlo a contatto con i tessuti. Se il ferro scarseggia, dunque, non solo viene sintetizzata una quantità minore di emoglobina, ma quella presente trasporta con scarsa efficienza l’ossigeno.

Quando nasce l’anemia

Questo spiega perché quando il ferro scarseggia può comparire anemia, una condizione caratterizzata da una carenza di globuli rossi ed emoglobina, che si manifesta con due sintomi caratteristici: sensazione di stanchezza, immotivata e prolungata, pallore della pelle e delle mucose  (gengive, labbra e congiuntive). La persona può andare incontro anche a mancanza di appetito, difficoltà di concentrazione e memoria, tachicardia o comunque irregolarità del battito cardiaco, fragilità delle unghie, scarsa resistenza agli sforzi, affanno, dolori al petto, vertigini, problemi cognitivi, mani e piedi freddi e mal di testa.

Che cosa succede quando è eccessivo

Anche quando il ferro è in eccesso, però, possono nascere conseguenze negative. Innanzitutto, questa situazione favorisce la formazione di coaguli che possono aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie, come infarto del miocardio, ictus  e trombosi. Inoltre, il ferro eccessivo può accumularsi nei vasi sanguigni e nei tessuti, favorendo la formazione di radicali liberi: questi, alla lunga, danneggiano organi e apparati, specie quelli a elevata attività metabolica ed energetica, come fegato, pancreas, muscoli, apparato cardiovascolare, ghiandole endocrine. Inoltre, se la persona con troppo ferro sviluppa infezioni batteriche può aggravarsi facilmente.  

I fattori di rischio

Ma quando il ferro rischia di superare i livelli di guardia? Quando si assumono troppi preparati a base di ferro, si è sottoposti a trasfusioni prolungate oppure se si è affetti da alcune malattie ereditarie. Per riportare l’equilibrio si può ricorrere a determinati farmaci o al salasso di antica memoria.

 

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

Secondo le Linee guida europee, il fabbisogno di ferro in età adulta è pari a 14 milligrammi al giorno.

 

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