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Sono molte le fake news che circolano sul web a tema alimentazione, inducendo spesso le persone a comportamenti sbagliati a tavola. Ecco come evitare di cadere nelle bufale online.
Latte vaccino e derivati
Il consumo di latte e suoi derivati provoca una perdita di calcio dalle ossa in seguito ad acidificazione del sangue, contribuendo così all’osteoporosi.
In realtà non c’è una relazione di causa-effetto tra carico acido della dieta e salute delle ossa. Il bilancio del calcio corporeo non ne è influenzato perché, a fronte di un’aumentata escrezione urinaria, vi è un aumento dell’assorbimento intestinale di questo minerale. Il calcio contenuto nel latte e i suoi derivati è altamente biodisponibile e questi alimenti contengono inoltre magnesio e fosforo, tutti cruciali per il metabolismo osseo.
Il latte e i suoi derivati sono ricchi di grassi e il loro consumo contribuisce all’aumento di peso e di colesterolo ematico.
In realtà il contenuto di grassi nel latte è relativamente basso (circa 3,6 g/100 g nel latte vaccino intero) e contiene alcuni grassi che hanno un ruolo positivo per l’organismo. Inoltre, il contributo del consumo di latte all’apporto totale di colesterolo alimentare è molto limitato. Nei bambini e negli adolescenti il consumo di latte e yogurt è inversamente correlato all’aumento di peso corporeo. Esistono dati che suggeriscono un effetto protettivo del consumo di latte e prodotti caseari, soprattutto prodotti scremati e fermentati, nei confronti dello sviluppo di sovrappeso, obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Il latte è un fattore di rischio per i tumori
In realtà allo stato attuale delle conoscenze scientifiche è stato osservato un effetto protettivo del consumo di latte e derivati per il tumore del colon-retto, mentre esistono solo limitate evidenze per l’associazione tra un consumo molto alto di latte e derivati (> 400 g/die) e l’aumento del rischio di sviluppare il tumore della prostata.
Il latte contiene farmaci/pesticidi
In realtà i Regolamenti Europei impongono limiti, validi in tutta l’UE, alla presenza di residui negli alimenti, tra cui anche il latte e i suoi derivati. Dati recenti sui prodotti lattiero-caseari commercializzati in Italia hanno rilevato una forte aderenza a questi regolamenti.
Conclusione: la letteratura scientifica più recente indica che un consumo appropriato di latte e derivati ha effetti positivi in tutte le fasce di età, con l’eccezione di alcune specifiche condizioni patologiche, quali l’intolleranza accertata al lattosio e l’allergia alle proteine del latte.
Tossicità del glutine: quanto c’è di vero
Sensibilità al glutine non celiaca (NCGS)
È così stata definita, negli ultimi anni, l’evidenza di reazioni avverse all’ingestione di glutine in persone non celiache. È diversa dalla celiachia.
Dieta senza glutine a chi?
Oggi vengono identificate 3 condizioni che richiedono il trattamento con una dieta senza glutine (GFD): la celiachia, la sensibilità al glutine e l’allergia al grano.
Dieta senza glutine è più sana
La grande pressione pubblicitaria nata dalla falsa promessa di perdere peso assumendo alimenti senza glutine, ha portato ad una grande richiesta di questi prodotti da parte del consumatore pur non presentando nessuna delle patologie ad esso correlate.
Conclusione: nessuna ricerca ha finora dimostrato alcun effetto benefico per i non celiaci nell’eliminazione del glutine dalla dieta. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che i prodotti trasformati GF (gluten free) hanno, in generale, un maggior apporto energetico e una dieta GF potrebbe non fornire quantità adeguate di oligoelementi e vitamine. Considerando queste informazioni nel loro insieme si può concludere che seguire una dieta GF fai-da-te senza essere seguiti da un esperto nutrizionista può comportare squilibri nutrizionali.