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La dieta senza glutine non deve essere una moda, ma una scelta alimentare conseguente a un’accertata condizione patologica di intolleranza o allergia al glutine, la proteina del grano. A sostenerlo è il dottor Italo De Vitis, gastroenterologo del Policlinico Gemelli. Secondo l’esperto molti italiani eliminerebbero dalla tavola gli alimenti contenenti il glutine per una “sensibilità” al glutine non ben definita e non perché intolleranti o allergici. Insomma più per moda che per necessità! Ecco il parere del dottor De Vitis.
Sensibilità al glutine, esiste davvero?
Non è ancora chiaro se realmente esiste questo disturbo, totalmente differente dalla celiachia o allergia al grano. Ecco perché è indispensabile effettuare specifici test prima di mettersi a dieta gluten free. Togliere i carboidrati con il glutine può nascondere altri problemi non immunologici, ma metabolici, come per esempio la sindrome metabolica o l’incipiente diabete tipo II.
Può crearsi un rischio nutrizionale?
Un’alimentazione senza glutine seguita per tanto tempo potrebbe provocare anche una riduzione di importanti principi nutritivi come proteine, fibre e vitamine tipo folati, niacina, vitamina B12, riboflavina (tutti elementi presenti nel grano e derivati) e un eccesso di acidi grassi saturi.
Celiachia e allergia al grano: che differenza c’è?
Sono le patologie “certe” correlate al glutine perché comprovate con test clinici sicuri. La celiachia o intolleranza al glutine è una patologia autoimmune, mentre l’allergia al grano è una malattia causata da una reazione allergica alle proteine del grano diverse dal glutine. Per entrambe, l’unica cura possibile, d oggi, è la “dietoterapia da esclusione di glutine”. Infine, è compito sempre del medico accertare un’eventuale “sensibilità al glutine”, tale da necessitare una dieta gluten free.