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Vuoi mantenere il cervello giovane e contrastare l’invecchiamento? Allora condisci i piatti con l’olio extravergine d’oliva. Secondo uno studio tutto italiano ancora in corso, infatti, l’olio extravergine d’oliva contribuisce a rallentare l’invecchiamento cognitivo, favorendo una più lunga giovinezza mentale.
A condurre la ricerca, finanziata dall’azienda olearia Monini tramite la Fondazione Umberto Veronesi, è il dottor Giorgio D’Andrea, ricercatore dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Roma.
Gli effetti dell’idrossitirosolo
Si tratta di un potente antiossidante contenuto nell’olio extravergine di oliva insieme ad altre sostanze polifenoliche, come l’oleocantale e ad altri composti benefici per la salute come l’acido oleico, i grassi polinsaturi essenziali, la vitamina A e la vitamina E. Più alto è il contenuto di polifenoli, e più alta la qualità di un olio. Per questo motivo la determinazione dei polifenoli è uno dei criteri adottati per stabilire le caratteristiche di un olio. Al momento, questa ricerca è la sola al mondo che sta studiando l’effetto dell’idrossitirosolo sulle cellule staminali neuronali del cervello.
Perché fa bene
Le proprietà benefiche dell’olio di oliva sono già state dimostrate sul sistema circolatorio e sull’appaato intestinale, mentre esistono ancora molte incognite per quanto riguarda il sistema nervoso centrale. Diversi studi hanno comunque accertato che il cervello può produrre nuovi neuroni anche in età adulta. È stato anche verificato che l’idrossitirosolo, una volta ingerito, stimola la produzione di nuovi neuroni a partire dalle cellule staminali.
Il prossimo passo, riferisce D’Andrea, sarà quello di verificare come si comportano i nuovi neuroni: per esempio potrebbero aumentare anche le capacità di apprendimento e di memoria.
Fonti / Bibliografia
- Fondazione Umberto Veronesi | Fondazione Umberto VeronesiFondazione Umberto Veronesi sostiene la ricerca scientifica attraverso l’erogazione di borse di ricerca e si impegna nella divulgazione scientifica
- Giorgio D'Andrea | Fondazione Umberto Veronesi