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Quando si segue una dieta si ricorre spesso a cibi light o low fat, pubblicizzati per il loro basso contenuto calorico. Una ricerca condotta da Krzysztof Czaja dell’Università della Georgia smorza però gli entusiasmi fino a sconsigliarne addirittura l’uso a fini dimagranti.
I risultati dello studio
Lo studio è stato realizzato sottoponendo dei topolini a una dieta a base di cibi light, per poi confrontarne il peso con quelli di cavie alimentate con una dieta bilanciata. Nonostante questi ultimi assumessero più grassi dei primi, i topolini alimentati con i cibi light hanno accumulato la stessa quantità di grasso corporeo. La ricerca ha dimostrato che nei topi alimentati con una dieta a basso tenore di grassi e ad alto contenuto di zuccheri, l’efficienza del grasso corporeo è più che raddoppiata, in altre parole hanno bisogno di meno della metà del numero di calorie per generare la stessa quantità di grasso corporeo.
Le trappole dei cibi low fat
I cibi low fat, pur essendo effettivamente meno calorici di un analogo cibo a normale contenuto di grassi, in realtà non sortiscono gli effetti sperati. Anzi, possono perfino causare un aumento di peso e favorire seri problemi infiammatori e metabolici. Quando si parla di cibi light, non ci si riferisce a alimenti naturalmente poveri di grassi, bensì a cibi che hanno subito una modificazione della composizione chimica al fine di ridurne l’apporto calorico. Le “trappole” sono diverse: 1) pochi grassi significa più zuccheri che aumentano il rischio di diabete; 2) saziano di meno e portano quindi a mangiare di più; 3) l’eccesso di zuccheri si trasforma in grasso corporeo, anche se si assumono meno calorie.
Cosa dice la legge
Un prodotto per essere definito light, secondo la normativa europea, deve presentare un contenuto nutritivo ed energetico inferiore di almeno il 30% rispetto a quello tradizionale. La diminuzione delle calorie può avvenire riducendo la quantità degli zuccheri o quella dei grassi: gli zuccheri vengono sostituiti dagli edulcoranti e i grassi da miscele proteiche o di carboidrati, si potrebbero impiegare anche sostituti artificiali del grasso, come alcune sostanze sintetiche.