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È stato appena pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition uno studio che renderà felici chi alla carne non riesce proprio a rinunciarci. Lo studio non ne boccerebbe, infatti, il consumo; anzi, se moderato, non solo non esporrebbe l’organismo a rischio, ma aiuterebbe a garantire quell’equilibrio nutrizionale necessario per vivere a lungo e in salute.
I risultati della ricerca
Nel campione coinvolto nello studio – oltre 60 mila vegetariani e non consumatori di carne – sarebbe stato osservato un tasso di incidenza più basso di alcune patologie croniche rispetto a chi consuma la carne, ma non sarebbe chiaro se questo possa garantire una minore mortalità. Ciò nonostante, la mortalità per tutte le cause di decesso osservate tra i vegetariani e non sarebbe paragonabile.
Parola d’ordine, moderazione
Da anni la carne rossa è accusata di provocare l’insorgenza di gravi malattie, come il tumore al colon retto, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità recentemente l’ha classificata come un “possibile cancerogeno” mentre le carni semilavorate addirittura “cancerogene”. In realtà anche la carne rossa può rientrare in una sana alimentazione. L’importante è quanta se ne consuma.
Il rapporto con le malattie
Secondo lo studio inglese, sia nei vegetariani/vegani sia negli onnivori in cui il consumo della carne è moderato, ci sarebbe una riduzione della mortalità per tumori al pancreas e al sistema linfopoietico. Nello specifico:
– del 50% nei vegetariani e vegani
– del 30-45% negli onnivori che si limitano a mangiarla moderatamente
rispetto a chi la mangia 5 volte alla settimana.
Se, invece, si considera la mortalità per tutti gli altri tumori, la riduzione osservata, nel caso di totale assenza di carne a tavola, è limitata al 10%. Concentrandosi, invece, sulle prime 6 cause di decesso non è stata rilevata nessuna differenza significativa nella mortalità dei vegani rispetto a quella di chi mangia abitualmente carne.
Le nuove linee guida alimentari
Secondo le ultime linee guida pensate per la popolazione americana, una dieta sana ed equilibrata deve prevedere anche il consumo della carne magra e di pollame. Lo stesso monito è sostenuto dai ricercatori dell’ex Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran, oggi Crea – Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) che, comunque, riferiscono che sono molti gli studi che hanno associato un elevato consumo di carne – soprattutto di quella rossa e dei salumi – a un aumentato rischio di tumori. Ma, nonostante le prove scientifiche siano molto forti, è bene non escludere questo alimento dall’alimentazione perché ciò potrebbe portare a lungo andare a carenze “senza nessun beneficio”. La scelta migliore, dunque, è mangiarne poca.