Rosacea: una spina nel fianco di chi ne soffre

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 12/12/2018 Aggiornato il 12/12/2018

Arrossamenti, eritema e lesioni: secondo le ultime ricerche la rosacea compromette la qualità della vita in un caso su cinque

Rosacea: una spina nel fianco di chi ne soffre

La rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle che determina la presenza di chiazze arrossate e ben visibili, ha un forte impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre. Secondo un’indagine internazionale condotta da Galderma su oltre 700 pazienti e 500 medici, una persona su cinque che soffre di rosacea cambia in modo sostanziale le proprie abitudini quotidiane e quasi il 90% rinuncia a quelle attività che possono peggiorare i sintomi o causarne la ricomparsa.

Sole, alcol e spezie

Primo accusato è il sole che viene evitato dal 50% degli intervistati, seguito dall’assunzione di alcol e di cibi speziati, da cui stanno lontani rispettivamente il 33 e il 26% delle persone affette da rosacea. Se per il 60% degli intervistati le manifestazioni della rosacea rimangono costantemente visibili, a far paura nel 90% dei casi sono i periodici peggioramenti della malattia.

Una malattia della pelle

La rosacea è una malattia infiammatoria della pelle che presenta caratteristiche cliniche variabili e interessa per lo più le aree centrali del viso come guance e naso. La malattia colpisce sia maschi sia femmine, spesso dopo i 30 anni. Tra i sintomi più comuni ci sono arrossamento, eritema persistente e lesioni infiammatorie, oltre a dolore, bruciore e aumentata sensibilità della pelle. Spesso possono essere colpiti anche gli occhi che appaiono rossi, secchi e irritati. Le cause sono ancora dibattute, ma sono noti diversi fattori scatenanti tra i quali figurano: cibi speziati, alcol, stress, esposizione solare, bagni caldi. Nelle persone con rosacea si è inoltre osservata un’elevata quantità del microrganismo Demodex, generalmente innocuo negli altri soggetti.

Intervenire subito

La rosacea può peggiorare se non trattata. Le persone che sospettano di soffrirne dovrebbero, quindi, consultare il proprio dermatologo per una diagnosi certa e discutere il miglior trattamento.  Anche se a oggi, infatti, non esiste una cura definitiva, sono disponibili una serie di terapie (molte delle quali sviluppate negli ultimi anni) che, utilizzate nel contesto clinico adeguato, consentono di migliorare i sintomi, le manifestazioni cliniche e la percezione del malato verso la sua malattia.

Tante cure disponibili

Nell’ampia gamma di terapie disponibili, vi sono approcci di natura diversa, sostanze farmacologiche e terapie fisiche. I trattamenti topici comprendono brimonidina per l’eritema e ivermectina, metronidazolo o acido azelaico per la forma papulo-pustolosa. Tra le terapie sistemiche, l’unico farmaco approvato a oggi è la doxiciclina al dosaggio antinfiammatorio di 40 mg indicato per il trattamento delle lesioni infiammatorie papulo-pustolose. Le terapie fisiche sono utilizzate soprattutto per il trattamento delle teleangectasie.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Oltre alle terapie farmacologiche, la routine cosmetologica e la cura quotidiana della cute rivestono un ruolo importante per mantenere i risultati ottenuti.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Pillola del giorno dopo a un mese e mezzo dal parto: si può assumere se si sta allattando?

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Di fatto, se si sta allattando esclusivamente al seno e dal parto è passato poco tempo, non è necessario assumere la contraccezione d'emergenza perché si può contare su una naturale protezione anticoncezionale.   »

Bimbo di 14 mesi che non vuole masticare

13/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Roberta Levi

In genere è intorno ai 12 mesi che i bambini sono abbastanza in grado di masticare, ma è tra i 18 e i 24 mesi che si arriva a masticare bene di tutto. Solo se a due anni il bambino ha ancora gravi difficoltà col cibo a pezzettini è opportuno discuterne con il pediatra.   »

Fai la tua domanda agli specialisti