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A quarant’anni scatta l’ora X. Sono moltissime le donne che in questa fase della vita guardandosi allo specchio non si vedono più come prima: zampe di gallina, borse sotto gli occhi, zigomi che mancano di tono sono i segnali evidenti di un viso che sta perdendo freschezza. Non è un caso che per combattere i segni del tempo sempre più quarantenni si rivolgono al medico estetico. La ritoccomania non risparmia nessuna: spesso a ricorrere a filler, botulino e altri trattamenti ringiovanenti sono, infatti, donne già belle donne, almeno in 2 casi su 3.
Un ritocco tira l’altro
Il rischio più grande di questa ritoccomania è, però, quello di finire in una spirale di correzioni infinite che porta a risultati grotteschi. Negli ultimi dieci anni si sta abbassando l’età di accesso alla medicina e chirurgia estetica e anche il ceto sociale si sta livellando: passati i quarant’anni ci si affretta a cercare rimedi di eterna giovinezza senza distinzione di ruolo, lavoro e classe sociale. Se una volta a fare ricorso al bisturi erano le donne più benestanti, oggi si mettono i soldi da parte per un trattamento, si fanno altre rinunce o ci si indirizza verso i trattamenti low cost.
Una distinzione importante
Quando si parla di chirurgia estetica bisogna però distinguere tra chirurgia dei difetti e chirurgia dell’invecchiamento. Nel primo caso si inizia fin troppo presto: anche 18-20 anni quando si vuole intervenire su un naso particolarmente irregolare o su un seno poco generoso. Nel secondo caso, invece, le donne temono i segni dell’età e si rivolgono al chirurgo appunto verso i quarant’anni.
Gli interventi più richiesti
Tra le tecniche chirurgiche anti-age più richieste ci sono la blefaroplastica e il lifting facciale. Il primato nella chirurgia plastica generale spetta invece al “trio” mastoplastica, rinoplastica e liposuzione(). In tema di medicina estetica invece i trattamenti più gettonati sono quelli che aiutano a ritrovare in poco tempo e senza effetti collaterali un aspetto più fresco: botulino, acido ialuronico, filler, laser e biorivitalizzazione rappresentano un’alternativa soft, più economica e soprattutto meno invasiva alla chirurgia estetica.
Aggrappate alla bellezza
Nell’immaginario collettivo a rivolgersi al chirurgo estetico sono le donne che non si vedono belle, nella realtà è vero esattamente il contrario: le più soggette alla ritoccomania sono proprio le donne più abituate a confidare nella propria bellezza, a considerarla come un valore prezioso da preservare. Proprio perché sono belle però dovrebbero avere più senso della misura, invece spesso il meccanismo si esaspera e si ragiona in termini matematici: se una punturina ha dato frutti, con due sarà ancora meglio. Si entra così in un vortice di insoddisfazione e si continua a cercare il chirurgo, con un risultato che da buono rischia di diventare grottesco.