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Sono ancora in molti a pensare che il sole scotta solo quando ci si sdraia sulla spiaggia. È per questo che sono parecchi gli italiani che lasciano la pelle senza protezione solare in diverse occasioni, in particolare quando fanno sport. Un’abitudine da cambiare.
Rischio scottature
Secondo i dati raccolti da uno studio de La Roche-Posay all’interno del progetto My Skincheck for runners l’89% degli intervistati dichiara di mettere la crema solo quando si sdraia al sole e il 79% afferma di non metterla quando fa attività fisica. La conseguenza? Il 54% si scotta.
Gli sportivi i più esposti
Anche facendo sport infatti il pericolo di un’overdose di radiazioni è concreto. Primo perché i raggi colpiscono tutto il corpo, viso compreso, quando ci si muove e poi perché facendo movimento si resta esposti in genere per un tempo piuttosto lungo. Tutti i rischi quindi che si corrono durante un’esposizione “sedentaria”, dalle scottature agli eritemi, dai fastidiosi arrossamenti fino a un invecchiamento precoce della pelle, si presentano anche quando si pratica attività fisica all’aperto se si lascia la pelle senza protezione solare.
Creme sempre e comunque
Il solare serve quindi al mare quando si gioca sulla spiaggia o in acqua, in montagna quando si passeggia e si fa trekking, al lago quando si gioca a golf e a tennis e persino in città nuotando in piscina o correndo in un parco.
Il solare giusto per chi fa attività
Il solare migliore per lo sportivo? Deve avere caratteristiche ben precise. Innanzitutto deve essere facile da applicare e da stendere per poterlo mettere e rimettere con il minimo dispendio di tempo e di attenzione, senza distrarsi dall’attività fisica. Sempre secondo i dati raccolti da La Roche-Posay, infatti, se il 42% di chi non usa il solare mentre fa sport lo fa perché è convinto che muovendosi il sole non scotti, il 17% scansa il gesto per motivi di tempo. Deve anche essere resistente all’acqua e al sudore per evitare che con il movimento la pelle finisca per ritrovarsi senza protezione solare. Il fattore protettivo va calibrato secondo le esigenze della cute, tanto più alto quanto più chiara e sensibile è la pelle.