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Con il passare degli anni la pelle tende a perdere la capacità sia di produrre grasso sia di proteggersi dalle infezioni. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Immunity dai ricercatori dell’Università della California di San Diego. Sarebbe la scomparsa della capacità dei fibroblasti di trasformarsi in grasso a influire sul modo in cui la pelle combatte le infezioni e tutto questo fa diventare la pelle più vecchia.
Il ruolo dei fibroblasti
Gli scienziati spiegano che i fibroblasti dermici sono cellule specializzate della pelle che generano tessuto connettivo e favoriscono la rimarginazione delle ferite. Alcuni fibroblasti hanno la capacità di convertirsi in cellule adipose, posizionate sotto il derma che conferiscono alla pelle un aspetto turgido e giovane. Inoltre producono un peptide che svolge un ruolo fondamentale nel combattere le infezioni. Ma durante l’invecchiamento, i fibroblasti smettono di trasformarsi in cellule adipose e diventano incapaci di combattere le infezioni. I bambini hanno una gran quantità di questo tipo di grasso sotto la pelle e questo aiuta la cute a contrastare alcuni tipi di infezioni. Invecchiando invece i fibroblasti dermici perdono quest’abilità e la capacità di formare il grasso sotto cute: la pelle più vecchia è pertanto in gran parte dovuto alla perdita di grasso.
Ingrassare non serve
Cosa fare allora per avere un volto sempre giovane? Gli autori spiegano che cercare d’ingrassare per convertire i fibroblasti dermici in cellule adipose non serve: l’obesità, oltre a mettere a rischio la salute, interferisce anche con la capacità di combattere le infezioni. Nel corso dell’indagine gli studiosi hanno però scoperto la causa della perdita delle capacità dei fibroblasti. Hanno, infatti, rilevato che una proteina che controlla molte funzioni cellulari, chiamata fattore di crescita trasformante beta (Tgf-β), impedisce ai fibroblasti dermici di trasformarsi in cellule adipose e di produrre un peptide antimicrobico chiamato catelicidina che aiuta a proteggere dalle infezioni batteriche.