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La metabolomica, chiamata anche scienza dei metaboliti, rappresenta secondo il Massachussets Institute of Technology una delle dieci discipline emergenti di cui può trarre vantaggio anche la cosmetica. Oggetto di studio è la cellula, di cui i metaboliti possono essere definiti come i più piccoli componenti vitali e nello stesso tempo quelli che ne riflettono in modo immediato lo stato di salute.
Fotografa la condizione della pelle
In sintesi si tratta degli elementi che forniscono la fotografia più recente di quello che avviene in un dato momento a livello cellulare, soprattutto in relazione alle interazioni con l’ambiente esterno. Oggi i metaboliti rappresentano gli strumenti più all’avanguardia per comprendere lo stato di invecchiamento della pelle. E infatti la metabolomica è uno degli scenari su cui la ricerca dermatologica sta investendo in modo più consistente. Non a caso l’Oréal ha messo la metabolomica al centro del suo lancio principale di skincare dedicatole recentemente una conferenza scientifica internazionale con dermatologi e docenti di biologia molecolare e cellulare.
L’invecchiamento cutaneo dipende da più fattori
Parlando di metaboliti e pelle, il discorso si ricollega al concetto di esposoma cioè dell’effetto cumulativo dei fattori esterni e interni che determinano l’invecchiamento. “Consideriamo il genoma, l’epigenoma e il metaboloma. Il primo è impostato dalla nascita, il secondo è oscillante e dipende dall’ambiente e dallo stile di vita, e infine c’è il terzo che cambia realmente da un momento all’altro. Tutti i livelli contribuiscono alla risposta che diamo all’ambiente esterno, e serve l’insieme dei dati per ottenere una misura definitiva della risposta individuale” spiega Marc Chadeau, professore di Epidemiologia computazionale e Biostatistica all’Imperial College di Londra. Un esempio immediato dell’applicazione di questo approccio alla cura della pelle è nel rapporto tra l’esposizione cronica all’inquinamento, l’associazione di alcuni precisi gruppi di metaboliti e l’ageing cutaneo. È stato verificato che i markers specifici di invecchiamento, rughe, pigmentazione, cedimenti, emergono molto più precocemente nei soggetti che hanno la casa in ambienti inquinati. E questo a causa dello stato di infiammazione e dello stress ossidativo che lo smog accelera, compromettendo ulteriormente la barriera cutanea.
L’effetto dell’inquinamento
La dottoressa Namita Misra, de L’Oréal Advanced Research Department, cita a questo proposito uno studio condotto con questo approccio multiparametrico in Cina, e in particolare a Baoding (città altamente inquinata, circa 150 km più a sud di Pechino) e a Dalian, centro portuale dove il livello di emissioni è decisamente inferiore. “Abbiamo seguito l’indice di qualità dell’aria nell’arco di un anno, esaminando in oltre 100 persone per ciascuna città i parametri della pelle, valutando l’esposizione in termini di pm 2,5 e sono state anche realizzate delle analisi metabolomiche non mirate, sui campioni di pelle di entrambe le popolazioni urbane” spiega Misra. È emerso così che il profilo metabolitico di un soggetto che vive in ambiente inquinato è molto diverso rispetto a quello di chi vive in un habitat con emissioni ridotte e già questo elemento generale è molto interessante. Ma poi, entrando più nello specifico, si è potuto vedere come in una certa classe di metaboliti i profili degli amminoacidi risultassero estremamente alterati verso l’alto e l’interpretazione di questo dato è che la pelle venga costantemente aggredita in quel tipo di contesto, e abbia bisogno di ricevere idratazione costante per contrastare lo stress ossidativo.
Fonti / Bibliografia
- Metabolomics Signatures of Aging: Recent Advances - PMCMetabolomics is the latest state-of-the-art omics technology that provides a comprehensive quantitative profile of metabolites. The metabolites are the cellular end products of metabolic reactions that explain the ultimate response to genomic, transcriptomic, ...