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Nonostante la protezione solare messa sul corpo, perché ci si scotta sotto il sole? Il problema non è della crema ma del fatto che di questa se ne spalma poca. I ricercatori del King’s College di Londra hanno valutato la quantità di protezione solare effettivamente messa sulla pelle ed è emerso come spesso questo può capitare che si faccia con leggerezza. La quantità usata dai produttori per riuscire a valutare il fattore di protezione solare è di 2 milligrammi per centimetro quadrato. Gli studiosi hanno analizzato i danni dopo aver ridotto lo spessore della crema solare al di sotto di questa soglia minima. Una crema con protezione 50 applicata sulla pelle, infatti, fornirebbe al massimo il 40% della protezione prevista.Ma non è questo il solo errore che si commette sotto il sole. Ecco i più comuni e come evitarli.
Mettere il solare solo al mare
Il sole scotta ovunque, sulla spiaggia ma anche in un prato, in alta montagna, quando si cammina su un sentiero, si pedala nel verde, si fa un pic nic all’aperto. Qualsiasi sia la situazione, i solari vanno messi sempre quando la pelle è esposta ai raggi.
Centellinare la quantità
Tra gli errori più comuni che si fanno al momento di applicare i solari c’è quello di non usarli in giusta dose. In realtà, il fattore protettivo è calcolato in laboratorio su un quantitativo piuttosto elevato di prodotto: metterne meno significa non garantirsi sufficiente protezione. La giusta dose: 2 mg per centimetro quadro di pelle (pari a circa un cucchiaino da caffè). Il che vuole dire che sul viso servono due cucchiaini e mezzo di prodotto mentre per collo e décolleté si arriva a quattro cucchiaini. Con lo spray occorrono due strisce sulle gambe e sulle braccia.
Applicarlo solo al mattino
Per garantire alla pelle la giusta protezione il solare va messo ogni due ore e rimesso sempre ogni volta che si entra in acqua, anche se si sceglie una formula waterproof.
Trascurare qualche punto del viso e del corpo
Possono essere le orecchie oppure il collo del piede, le ginocchia oppure i pochi centimetri di pelle sotto il costume sul lato B. Sta di fatto che se il sole arriva, passando anche attraverso il tessuto, può scottare.
Usarlo solo quando il sole splende
I raggi filtrano attraverso la cortina delle nuvole: se si resta esposti, magari a lungo perché non si sente caldo, ci sono buone probabilità che la pelle si scotti o si irriti.
Pensare di essere protetti sotto l’ombrellone o con la maglietta
Tra gli errori che si fanno c’è anche quello di non mettere i solari quando si decide di stare all’ombra. Non si calcola così la potenza dei raggi che arrivano obliqui e colpiscono di riflesso la pelle. Anche coprirsi non basta: i tessuti, soprattutto se leggeri e chiari, lasciano passare la quasi totalità dei raggi.
Tenerlo sotto il sole
L’efficacia di un solare diminuisce se il prodotto viene lasciato aperto, esposto all’aria, sotto il sole, nel caldo intenso di una cabina. Meglio conservare, quindi, i solari ben chiusi in un luogo fresco o comunque lontano dal sole diretto.
Riutilizzare i prodotti dell’anno precedente
Se sono stati aperti, sia pur conservati con le dovute precauzioni, non garantiscono più l’SPF che dichiarano in etichetta.