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In Italia il 65% degli interventi di chirurgia estetica è in regime di day surgery. Ma questo dato secondo l’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe) non deve spaventare: le strutture dove vengono fatti gli interventi, anche se non sono ospedali e cliniche, sono controllate e sicure. Anche nel resto del mondo, peraltro, la maggior parte degli interventi avvengono in ambulatori chirurgici o strutture di day surgery e non in cliniche.
I controlli non mancano
Secondo gli esperti dell’Aicpe si tratta di strutture sicure e controllate periodicamente dalle Asl che devono garantire altissimi livelli di qualità per aprire e per poter operare. È sbagliato, quindi, farsi intimorire dal dato che parla di un 65% di interventi di chirurgia estetica in regime di day surgery: l’Italia non è una sorta di Far West della chirurgia estetica dove i medici operano in sale operatorie improvvisate e in condizioni pericolose. Certo, ci sono anche queste realtà ma sono una minoranza dalla quale è importante, comunque, prendere le distanze onde evitare qualsiasi rischio.
Il compito di Asl e carabinieri
Secondo il segretario dell’Aicpe, Pierfrancesco Cirillo, in Italia sono centinaia le strutture private di day surgery e di chirurgia ambulatoriale che danno lavoro a migliaia di persone ed erogano altrettanti interventi chirurgici ogni anno. I controlli sull’esistenza dei requisiti necessari alla loro attività spettano in prima battuta alle Asl che, con il servizio tecnico ispettivo verificano severamente prima del rilascio di un’autorizzazione, e in seconda battuta ai carabinieri del Nas, che effettuano controlli a campione per monitorare l’attività delle suddette strutture. Esistono poi da anni regole e linee guida che prevedono come certi interventi possono essere eseguiti in tutta sicurezza in regime ambulatoriale o di day surgery.
Disparità a livello regionale
I regolamenti, però, non sono uniformi e variano da regione e regione: l’Aicpe è stata la prima a denunciare questa situazione auspicando che si possano rendere omogenei i criteri per il rilascio dell’autorizzazione a livello nazionale. Del resto la percentuale di mortalità in chirurgia estetica è molto bassa: lo 0,02%. I rischi ci sono e sono legati al fatto che la chirurgia estetica, come tutta la chirurgia, presenta dei pericoli che non possono essere previsti. Non deve, quindi, destare preoccupazione il fatto che il 65% degli interventi di chirurgia estetica sia fatto in regime di day surgery: se le strutture sono autorizzate e il chirurgo opera con serietà e professionalità, i rischi possono essere gli stessi di quelli di una struttura ospedaliera.