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Si chiamano “bisturi trip”. Sono i viaggi fatti con l’obiettivo di sottoporsi a interventi di chirurgia plastica in Paesi dove i costi sono minori rispetto a quelli italiani.
Le mete più gettonate
La vicina Croazia ma anche il Brasile, il Marocco, l’Indonesia, la Thailandia. Ci sono però molte cose che si devono sapere prima di farsi operare all’estero, come conferma Gianluca Campiglio, segretario dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), la più grande associazione al mondo di chirurgia estetica, e autore del libro “Mi voglio così” in cui parla di aspetti meno noti della chirurgia estetica che tutti i pazienti dovrebbero conoscere.
Solo da chirurghi esperti
Innanzitutto, bisogna essere sicuri che l’intervento cui ci si vuole sottoporre sia quello giusto. Può succedere, infatti, che un paziente si presenti con l’idea di fare una liposuzione, mentre in realtà l’intervento giusto per il suo caso è un’addominoplastica: solo un chirurgo esperto può stabilire quale sia la miglior procedura da seguire. Tra le cose da sapere prima di farsi operare all’estero c’è poi la lista di tutto quello che ci si deve aspettare dall’intervento, in positivo ma anche in negativo. È necessario che il medico informi su tutte le conseguenze in termini di cicatrici, ricovero e rischi. Altra domanda da farsi è se il chirurgo al quale ci si sta rivolgendo sia qualificato. Andare in Paesi del Terzo Mondo per sottoporsi a un intervento estetico significa, il più delle volte, affidarsi a un perfetto sconosciuto senza alcuna garanzia di professionalità.
L’ostacolo della lingua
Ci sono poi gli aspetti pratici, a cominciare dalla comprensione reciproca: tra le cose da sapere prima di farsi operare all’estero c’è il fatto che il chirurgo e il suo staff parlino in modo fluente una lingua che si conosce. Far capire quello che si vuole in chirurgia estetica già non è facile, se poi c’è l’ostacolo della lingua tutto diventa più complesso. È bene poi assicurarsi che la clinica sia accreditata e che usi materiali di qualità. Non sempre, infatti, gli standard sono quelli garantiti dalle case di cura italiane.
I rischi post operatori
Attenzione, infine, a procurarsi un alloggio dove stare dopo l’intervento: viaggiare troppo presto aumenta il rischio di embolia polmonare e di trombosi. Non si può certo pensare, quindi, di operarsi e godersi poi il mare o visitare il posto: sono pochissimi i trattamenti di chirurgia estetica che hanno una convalescenza così breve da consentire di andare in spiaggia o per musei dopo appena 24-48 ore. Da tenere in conto sono anche le eventuali complicazioni nel post operatorio che non sono mai da escludere, anche se l’intervento è fatto bene: occorre pensare a quale medico potrà assistere in caso di problemi, chi pagherà un eventuale secondo intervento o una revisione.