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Assomigliare a Barbie, perfetta nelle forme, e a Ken, muscoloso e senza un filo di grasso. Ecco i nuovi desideri delle persone che si rivolgono al chirurgo estetico. Sono sempre di più infatti le donne e gli uomini, che cercano nel bisturi un cambiamento radicale nel tentativo di assomigliare più a una bambola che a una persona reale. Il fenomeno, decisamente pericoloso è venuto alla luce grazie ai casi di Alina Kovalevskaya e Valeria Lukyanova, le Barbie in carne ed ossa, entrambe originarie della città ucraina di Odessa, e del Ken umano, l’inglese Rodrigo Alves. A lanciare l’allarme su quella che si può definire sindrome di Barbie e Ken sono molti chirurghi italiani, tra cui Carlo Gasperoni, docente al Master di Chirurgia estetica della faccia dell’Università Tor Vergata di Roma, secondo il quale il problema è prima di tutto psicologico.
Alla ricerca di un’identità…
Alcune persone, infatti, soffrono di un disturbo – una sorta di sindrome di Barbie e Ken – in base al quale non riescono ad avere una loro identità ben definita e fanno così fatica a vedersi nello specchio per come sono. Cominciano allora a guardarsi intorno per vedere quali sono i personaggi ammirati e cercano di diventare così per essere a loro volta ammirati. In definitiva sono incapaci di affrontare la realtà e preferiscono crearsi una vita irreale.
… e della perfezione
Barbie e Ken sono le bambole che hanno fatto giocare molti bambini. Ma, giocando giocando, si può cominciare a fantasticare di essere come loro e la vita irreale finisce così per sostituire quella reale, che si è incapaci di affrontare. Barbie e Ken vantano corpi perfetti, con misure difficilmente raggiungili nella realtà, e possono quindi diventare un modello da inseguire.
Il medico non deve assecondare
Ma come dovrebbe agire il professionista che si trova a gestire simili personalità? Il medico ha come dovere di curare le persone malate e non di assecondare la loro malattia: se una persona quindi, chiaramente disturbata, chiede di veder soddisfatto il suo desiderio di essere come Barbie e Ken il medico non deve farlo, ma deve piuttosto indirizzarla verso una cura. In altre parole, aiutare una persona a somigliare a quelle bambole è la negazione della missione del medico, il cui comportamento è da censurare perché non etico.