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Nelle scorse settimane è stato registrato il primo caso in assoluto di decesso da virus Marburg in Africa occidentale. Si tratta di un virus trasmesso molto probabilmente dai pipistrelli che causa una febbre emorragica molto pericolosa, simile a quella scatenata dal virus Ebola. L’evento ha messo in allerte l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha lanciato un allarme di rischio pandemico a livello nazionale e regionale. Al di fuori dell’Africa, però, i rischi sono bassi. Anche in Italia la situazione è del tutto sotto controllo.
Di che cosa si tratta
Il virus Marburg è un microrganismo che nell’uomo può causare la febbre emorragica di Marburg, una malattia molto contagiosa e pericolosa. Si manifesta con sintomi caratteristici: febbre elevata, forte mal di testa, emorragie e sanguinamenti abbondanti, crampi, nausea, vomito, diarrea, dolori diffuso, malessere generale. L’esordio è acuto; la situazione è critica fin da subito e può aggravarsi con il passare delle ore. Si calcola che il tasso di mortalità oscilli tra il 24% e l’88%.
Come si trasmette
Ancora oggi non si conoscono con certezza il serbatoio e il vettore. Tuttavia, in passato il virus è stato identificato più volte nei pipistrelli e si sono verificati diversi casi di malattia in persone che avevano avuto contatti con questi animali. Sembra che gli esseri umani possano contagiarsi mangiando le carni e toccando i tessuti di pipistrelli infetti.
La trasmissione da uomo a uomo avviene attraverso il contatto con i fluidi corporei (saliva, sangue, vomito, urine, feci, sudore, latte, sperma) di una persona sintomatica infetta, che diventa contagiosa solo da quando sviluppa i sintomi.
La situazione attuale
Fino a oggi, la maggior parte delle epidemie di infezioni da virus Marburg si è verificata nell’Africa sub-sahariana e Africa centrale. La scorsa estate è stato registrato il primo caso in Guinea. L’Oms considera “alta” la minaccia a livello nazionale e regionale ma “bassa” a livello internazionale.