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Si chiama per il momento solo “virus del Congo” ed è una malattia che colpisce le vie respiratorie, causando talvolta il decesso. Nei giorni scorsi sono comparsi molti casi nel Paese africano, causando anche vittime soprattutto tra bambini e ragazzi. Ha inoltre destato sospetto il malessere di un uomo di circa 50 anni, proveniente proprio da quella zona e da poco rientrato in Italia, che ha manifestato sintomi simili a quelli che caratterizzano il virus del Congo. “Al momento non sembrano esserci rischi nel nostro Paese e la situazione è sotto controllo anche nella regione africana colpita” assicura il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. “Per qualsiasi sintomo sospetto è bene però avvisare il proprio medico”.
Sintomi del virus del Congo
Quali sono, dunque, i sintomi del virus del Congo che devono indurre a prestare attenzione? Vediamoli:
- mal di testa
- tosse
- febbre
- difficoltà di respirazione
La particolarità di questo virus è che provoca nelle persone colpite una forma di anemia, ossia di distruzione di globuli rossi, le cellule del sangue che portano ferro e ossigeno a tutti gli organi del corpo. Per questo motivo alcuni esperti hanno parlato di febbre emorragica. Il virus del Congo ha colpito persone di tutte le età, causando decessi soprattutto tra i giovani di età tra i 15 e i 18 anni e tra i bambini di età inferiore ai 5 anni.
La situazione in Italia
In Italia, precisamente a Lucca in Toscana, nei giorni scorsi è stato ricoverato un uomo di circa 50 anni, che presentava febbre e anemia. L’uomo è stato ricoverato presso l’ospedale San Luca dal 22 novembre al 3 dicembre, quindi è stato dimesso. Il nosocomio però l’ha richiamato, per effettuare ulteriori indagini, dal momento che il paziente era appena rientrato proprio dal Congo, dopo aver risieduto per ragioni di lavoro a circa 700 chilometri dalla zona di Panzi, in cui di è verificato il focolaio del virus del Congo.
Secondo gli esperti del Dipartimento di Prevenzione delle zoonosi sono stati necessari ulteriori accertamenti perché i sintomi erano riconducibili a quelli comparsi del virus del Congo. Il Ministero della Salute sta quindi effettuando accertamenti attraverso l’Istituto Superiore di Sanità. Al momento, comunque, non ci sono pericoli per il nostro Paese: “La situazione è ben controllata dalle autorità sanitarie, sia in Congo, sia qui in Italia” aggiunge il professor Pregliasco. “Tuttavia è importante riferire al proprio medico sintomi sospetti, soprattutto nel caso si sia stati in Congo oppure si sia entrati in contatto con persone provenienti da quel Paese. È anche opportuno, in caso di malessere, evitare il contatto con altre persone. Questo vale, in generale, per qualsiasi malattia infettiva”.
La situazione del virus in Congo
Secondo il ministero della Sanità congolese, l’epidemia è iniziata circa 40 giorni fa, con circa 380 contagi registrati e 27 decessi certificati. Inoltre si sono verificate altre morti in regioni limitrofe, ma al momento queste non sono ancora riconducibili al virus del Congo.
La zona di Panzi, da dove è partita la malattia, è scarsamente popolata e lontana da grandi centri abitati. Di conseguenza le autorità sanitarie si augurano che i contagi possano essere tenuti sotto controllo. Le indagini vanno avanti, anche perché il Congo è una zona purtroppo colpita da malattie anche provenienti da animali, come il vaiolo delle scimmie. “Gli esperti stanno studiando se il virus in questione sia di tipo respiratorio come l’influenza o il Covid-19, oppure se si tratti di altri microbi come quelli che causano malaria, morbillo e altre malattie ancora. Tuttavia è necessario un sforzo congiunto internazionale, che preveda anche l’intervento dell’Oms per bloccare sul nascere questo focolaio”, conclude il professor Pregliasco.