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“Allo stato delle cose, se non verrà presentato all’inizio dell’anno scolastico il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a scuola, nidi e materne. Non è possibile far prevalere la nuova circolare Grillo. Per ora, almeno fino all’inizio del nuovo anno scolastico, resta in vigore la Legge Lorenzin e sarà quest’ultima a essere applicata”. Lo afferma l’Associazione Nazionale dei Presidi sul tema dei vaccini. “Non vogliamo alzare muri e cercheremo di evitare di arrivare a questo punto – spiega l’Anp – . Diciamo solo che, fin quando non c’è il certificato della Asl, la frequentazione non è possibile ma l’iscrizione rimane. La frequentazione può avvenire dopo la consegna della documentazione a scuola. Siamo dirigenti e siamo obbligati a rispettare le leggi in vigore. L’autocertificazione andrebbe comunque verificata dall’Asl”, ha concluso l’Anp.
Il nodo autocertificazione
Contro la possibilità di accedere a scuola muniti di autocertificazione si era già espressa tutta la comunità scientifica, con il virologo Burioni in testa. Mentre un gruppo di mamme di bambini trapiantati aveva pubblicato una lettera sulla pagina Facebook “Io vaccino”, sottolineando la vitale importanza che hanno le vaccinazioni (e l’immunità di gregge che ne deriva) per la sopravvivenza dei loro bambini. Al riguardo è stata pure stroncata, sempre dai presidi, la proposta avanzata dal ministro Grillo sulla possibilità di istituire delle classi “speciali” per i bambini immunodepressi che, in sostanza, sarebbero stati messi solo con i bambini vaccinati (e certificati). “Non è realizzabile – hanno spiegato i presidi, comunque contrari ai “ghetti” – perché la classi sono già state fatte”. Occorre poi ricordare che, in caso si autocertifichi il falso (ossia che il bambino è vaccinato quando invece non lo è), tutti i genitori, anche quelli di bambini che vanno al nido e all’asilo, incorrono nel reato di falsa attestazione a pubblico ufficiale (in questo caso il preside), punibile da 6 a 24 mesi di carcere in base al codice penale.
Regioni e Comuni sul piede di guerra
In vista della riapertura delle scuola nella più totale incertezza sul tema vaccini, nove Regioni hanno già messo le mani avanti, dichiarando di volere dare seguito con leggi proprie all’obbligo vaccinale. Si tratta di: Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Calabria, Piemonte, Sardegna, Umbria e Marche. Mentre i Comuni, che già prima della riforma Lorenzin avevano approvato delibere locali sull’obbligo vaccinale, minacciano di ritirare fuori dal cassetto quelle normative.