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Paura delle vaccinazioni: della febbre, di una reazione allergica, o addirittura che il vaccino possa favorire l’autismo o altre malattie. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), 4 genitori su 10 temono gli effetti collaterali delle vaccinazioni, compresa la febbre, tanto che il 18% preferisce evitarle del tutto.
Effetti indesiderati
La vaccinazione è il modo più sicuro e più efficace per ottenere la protezione da alcune gravi malattie. Gli appuntamenti con le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate possono essere, però, momenti un po’ delicati sia per i bambini sia per i genitori che, nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino, possono trovarsi a dover fronteggiare lievi effetti indesiderati, compresa la febbre. Nonostante i vaccini siano sicuri e ben sperimentati e come tutti i farmaci siano sottoposti a lunghe e rigorose procedure di verifica prima della messa in commercio, in seguito a una vaccinazione possono insorgere reazioni, come la febbre, che sono generalmente di lieve entità e si risolvono in fretta senza lasciare conseguenze.
Perché viene la febbre?
I vaccini contengono il virus responsabile della malattia che devono prevenire, ma in forma attenuata o non più vivo. Per lo più si tratta di piccole particelle o frammenti del microrganismo, comunque sufficienti a stimolare la produzione di anticorpi specifici. Benché sia attenuato, il virus iniettato può, comunque, risultare un po’ aggressivo per l’organismo, per questo può comparire la febbre. Si tratta di una normale reazione di difesa dell’organismo.
Scompare in un paio di giorni
La febbre può accompagnarsi a irritabilità e inappetenza. In genere, si presenta da 2 a 24 ore dopo la somministrazione del vaccino e si risolve in un paio di giorni (nel caso della vaccinazione morbillo–parotite–rosolia la febbre può comparire da 5 a 15 giorni dopo la somministrazione).
Che cosa fare
In caso di febbre vanno seguite le regole generali: far bere molto il bambino ed evitare di coprirlo troppo, perché non accumuli calore. Se necessario, il medico può consigliare un antifebbrile per uso pediatrico, in genere a base di paracetamolo. Se la febbre si protrae oltre le 48 ore è bene far visitare il bambino, perché potrebbe trattarsi di un’altra infezione concomitante.