Tipi di vaccino

Redazione A cura di “La Redazione”

Una volta esistevano solo quelli fatti con i virus vivi, oggi invece si usano quelli attenuati o inattivati, spesso combinando più vaccini

Tipi di vaccino

Inattivati

Molti vaccini oggi disponibili sono vaccini cosiddetti inattivati. Non contengono microrganismi vivi della malattia che si va a prevenire, ma solo piccole parti di essi, e sono in grado comunque di stimolare una risposta protettiva specifica da parte dell’organismo. In Italia fanno parte dei vaccini inattivati il vaccino contro il tetano, la difterite, la pertosse, la poliomielite, l’epatite B, l’Haemophius influenzae di tipo b, le infezioni da pneumococco, quelle da meningococco e quelle da papillomavirus.

Vivi attenuati

Alcuni vaccini sono invece costituiti da microrganismi vivi attenuati. In questo caso il microrganismo responsabile della malattia viene reso inoffensivo e viene incorporato nel vaccino in modo da indurre una protezione forte e duratura. Fanno parte di questa categoria il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, quello contro la varicella e quello contro il rotavirus.

Combinati

Per semplificare la somministrazione, i recenti progressi tecnologici hanno permesso di mettere a punto vaccini che con una sola iniezione permettono la vaccinazione contro più malattie. Questi vaccini si chiamano combinati. In Italia sono disponibili diversi vaccini con queste caratteristiche come quello contro difterite, tetano, pertosse; contro difterite, tetano, pertosse e poliomielite; contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, Haemophilus influenzae tipo b, poliomielite (vaccino esavalente) e altre combinazioni.

Pubblicato il 12.1.2015 Aggiornato il 25.11.2019
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti