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Sembrava una malattia ormai scomparsa, invece, la poliomielite è ancora presente in molte parti del mondo. Per questo, le vaccinazioni rimangono importanti. Recentemente, per esempio, si sono registrati nuovi casi in Siria, che hanno messo in allarme gli esperti. Ecco perché.
È una malattia seria
La poliomielite è una grave malattia infettiva contagiosa, trasmessa attraverso acqua o cibi contaminati o la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o da portatori sani. Colpisce il sistema nervoso centrale e può portare anche a paralisi. In Italia, l’infezione oggi è poco diffusa. Tutto merito delle vaccinazioni, che vengono offerte attivamente a tutti i nuovi nati.
La situazione all’estero
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha rivelato che nelle ultime settimane in Siria sono stati registrati 14 casi di poliomielite, soprattutto nei bambini di età inferiore a due anni, non-immunizzati o sotto-immunizzati. È la prima volta dal 1995 che in Siria viene registrato un caso autoctono di polio (l’ultimo caso importato è stato segnalato nel 1999). Del resto, dal 1964 anche nel paese arabo è obbligatoria la vaccinazione contro questa malattia. Tra il 2002 e il 2010 nei bambini di età inferiore a un anno la copertura vaccinale è stata superiore al 95%. Tuttavia, poi le cose sono peggiorate a causa della guerra civile: si stima che nel 2012 la copertura nei bambini di 12-23 mesi sia stata pari al 52%.
Il timore degli esperti
Gli esperti temono che la poliomielite possa diffondersi rapidamente anche in altri Paesi. Infatti, solo una persona su 100 che si infetta con il virus della polio manifesta sintomi e, dunque, viene riconosciuta come malata. Gli altri portatori non vaccinati possono diffondere i virus senza manifestare alcun segnale. In Italia al momento la copertura vaccinale per la polio è pari al 97%. Ma non bisogna abbassare la guardia. “Bisogna fare i conti con due fenomeni: il crescente arrivo nelle nostre terre di immigrati provenienti sia dalle regioni mediterranee, fra cui la Siria, sia dall’Africa, i quali riescono spesso a sfuggire ai controlli evitando di sottoporsi ai programmi di prevenzione. E la ”tempesta mediatica” che si è scatenata in seguito alla pubblicazione di alcune sentenze di tribunale su presunti danni provocati da vaccini. Ci sono poi il ritiro dal commercio di alcune partite di vaccino e l’attività dei movimenti che si oppongono alle vaccinazioni, tutto ciò rischia di mettere in discussione la credibilità delle strategie vaccinali” ha spiegato Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di medicina preventiva e sociale.