L’efficacia dei vaccini migliora se c’è più ferro

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 21/09/2020 Aggiornato il 21/09/2020

Il 40% dei bambini in tutto il mondo soffre di anemia derivata da un’alimentazione povera di ferro. Secondo un recente studio, questa carenza riduce, tra le altre cose, l’efficacia dei vaccini

L’efficacia dei vaccini migliora se c’è più ferro

Chi ha poco ferro vede ridurre l’efficacia dei vaccini, ossia la risposta dell’organismo. Integrarlo tramite alimentazione prima della vaccinazione sembra, però, in grado di allontanare questo rischio, migliorando le risposte immunitarie.. A rivelarlo è uno studio condotto ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich) e pubblicato su Frontiers in Immunology, magazine ufficiale dell’IUIS (Unione internazionale delle società scientifiche di immunologia).

Rischio raddoppiato

Nonostante i programmi di immunizzazione globali raggiungano oggi molte più persone che in passato, circa 1,5 milioni di bambini muoiono ancora ogni anno per malattie prevenibili con le vaccinazioni. Si è scoperto però che i vaccini sono spesso meno efficaci nei Paesi a basso reddito rispetto a quelli ad alto reddito. Nonostante le numerose vaccinazioni, infatti, per i bambini anemici il rischio di trovare una mancanza di anticorpi protettivi per esempio contro difterite, pneumococchi e altri patogeni nel sangue di 18 mesi di età era maggiore più del doppio rispetto ai neonati non anemici.

Chi corre più pericoli

Guidato da Michael Zimmermann del Dipartimento di scienze e tecnologia della salute, il gruppo di ricerca, che ha lavorato in collaborazione con scienziati del Kenya, del Regno Unito, dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti ha cercato di fare luce su questi aspetti. Le ricerche hanno evidenziato come in Kenya e in altri paesi subsahariani, specie in presenza di madri anemiche o con basso peso alla nascita, le riserve di ferro nei bambini sono molto più basse rispetto, per esempio, a quelle dei piccoli nati in Svizzera. Questa carenza è spesso aggravata da infezioni e diarrea sanguinolenta, che sovente portano le riserve di ferro dei piccoli a esaurirsi dopo due o tre mesi.

Conferme da altri studi

Un precedente studio condotto in Mozambico e Tanzania dai ricercatori dell’Istituto Barcellona per la salute globale ha svelato il legame tra bassi valori di emoglobina, e quindi di ferro, e una minore efficacia dei vaccini contro la malaria. Partendo proprio da queste basi, la nuova ricerca svolta sui bambini del Kenya ne ha confermato la validità, aggiungendo alla letteratura sul tema un tassello importante come quello circa gli effetti che ha l’integrazione del ferro sull’efficacia dei vaccini.

Perché è importante il ferro

La ricerca ha valutato l’importanza del ferro sul sistema immunitario di 127 bambini al settimo mese di vita. Ai piccoli sono stati forniti per quatto mesi degli specifici micronutrienti. A 85 bambini del campione, però, i micronutrienti sono stati arricchiti da 5 mg di ferro al giorno. Dopodiché, al nono mese a tutti i neonati è stato somministrato il vaccino contro il morbillo. Analizzando i valori di anticorpi nel sangue una volta raggiunto l’anno di età, i ricercatori hanno scoperto che i bambini cui era stata somministrata la dose extra di ferro evidenziavano una maggiore risposta immunitaria e anticorpi più attivi nel riconoscere i patogeni.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Come sottolineato da Zimmermann, prevenire l’anemia nei bambini piccoli integrando il ferro nella loro dieta migliora la protezione fornita dai vaccini. A sua volta, questo maggiore effetto delle vaccinazioni aiuta a prevenire una buona parte degli 1,5 milioni di decessi annuali dovuti a malattie prevenibili con il vaccino.

 

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