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Molti la considerano una malattia ormai superata e dimenticata. Invece, non è affatto così. La tubercolosi è ancora comune, soprattutto fra i bambini. C’è però una buona notizia: un gruppo di ricercatori canadesi, dalla McMaster University in Ontario, ha realizzato un nuovo vaccino, che ha dimostrato di essere molto efficace.
È una malattia infettiva
La tubercolosi, nota anche con la sigla Tbc, è una malattia provocata da un micobatterio, il Bacillo di Koch o Micobacterium tubercolosis. La trasmissione può avvenire tramite il contatto prolungato con una persona malata, soprattutto attraverso starnuti o colpi di tosse. Nella maggior parte dei casi il batterio si insinua nei polmoni, danneggiandoli e rendendo difficoltosa la respirazione.
I casi sono in aumento
Ogni anno, in Italia si registrano circa 6-7 mila casi di tubercolosi, di cui circa il 4-5% in bambini e in ragazzi di età inferiore ai 14 anni. Secondo gli esperti, però, i numeri sono destinati ad aumentare. Innanzitutto per l’incremento dell’immigrazione: chi arriva in Italia dalle zone a rischio, infatti, può portare il batterio con sé. Ma non solo. La malattia diventerà sempre più diffusa anche perché molti pazienti, dopo aver superato la fase acuta, interrompono il trattamento farmacologico, rischiando di sviluppare forme multi-resistenti.
Attenzione ai bambini
I bambini rappresentano una delle categorie più colpite. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ogni anno più di 200 bambini al di sotto dei 15 anni muoiono di tubercolosi. La maggior parte di loro vive in famiglie povere e disagiate.
Il “vecchio” vaccino e quello nuovo
Contro la tubercolosi esiste da tempo un vaccino, chiamato Bcg. Purtroppo si tratta di un vaccino piuttosto datato, creato attorno agli anni ’40, che non garantisce una protezione efficace e di lunga durata. Viene usato soprattutto nei bambini e neonati dei Paesi più poveri, dove la Tbc è ancora molto comune. Il nuovo vaccino ha richiesto 10 anni di studi. In pratica, i ricercatori hanno modificato geneticamente un virus del raffreddore, trasformandolo in un veicolo in grado di trasportare particolari geni nel polmone. Questi geni hanno la capacità di trasferire informazioni preziose al sistema immunitario, che così riesce a coordinare e rafforzare le difese contro il Bacillo di Koch. Il vaccino, chiamato AdHu5, va iniettato dopo che è già stato somministrato il Bcg. Lo scopo è riattivare le difese immunitarie innescate dal vaccino tradizionale che nel tempo tendono a perdere efficacia.