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I vaccini per i bambini continuano a tenere banco. Anche dopo l’approvazione del decreto milleproroghe, che ha fatto slittare al marzo 2019 l’obbligo di presentare il certificato dell’Asl, validando quindi l’autocertificazione fino a quella data, il tema “vaccini” resta caldo.
Cosa ha detto il ministro della Salute
A riaprire la questione sono state le parole del ministro Grillo pronunciate l’altro ieri. “Noi non siamo contro i vaccini ma per utilizzare lo strumento dell’obbligo in maniera intelligente, obbligando i cittadini laddove è necessario, sicuramente per il morbillo. A differenza di altre patologie, dove è sufficiente la raccomandazione, come fanno altri Paesi, per esempio “per l’esavalente”. Ha aggiunto poi il ministro Grillo: “Noi ci siamo opposti al decreto Lorenzin, non perché siamo contro ai vaccini, su questo qualcuno ha fatto un po’ di confusione ma – ha ribadito – siamo favorevoli ai vaccini”.
I pediatri non ci stanno
Non si è fatta attendere la replica dei pediatri, contrari anche all’emendamento del milleproroghe che ha tolto l’obbligo di certificazione per quest’anno scolastico. “Parlare oggi di togliere l’obbligo per l’esavalente non ha senso. Abbiamo ancora bimbi che muoiono di pertosse nei primi mesi di vita; la scorsa settimana abbiamo avuto un bimbo con sepsi da Haemophilus Influentiae b. E ogni anno abbiamo anno 60-100 morti di tetano e 300mila contagi di epatite B in Italia”, ha detto il professor Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria (Sip).
L’indagine all’ospedale bambino Gesù
“I dati di cui disponiamo relativamente a queste malattie sono sottostimati – prosegue Villani -. Pur disponendo di tecnologie avanzate per le analisi, in molti ospedali ancora non vengono fatte”. Lo dimostra un’indagine pubblicata nel 2016 e condotta su 215 bimbi sotto i tre mesi ricoverati per problemi respiratori all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Abbiamo visto che il 20% aveva il batterio della pertosse, ma se non fosse stato per lo studio, probabilmente nessuno li avrebbe testati. Se non si fa diagnosi eziologica non si sa la reale incidenza di malattie. Occupiamoci di farla. Una revisione dell’obbligo vaccinale, una volta raggiunte le coperture ottimali, è previsto dalla stessa Legge Lorenzin. Ma – conclude Villani – è un processo culturale che richiede tempo. Dobbiamo creare un progetto di educazione sanitaria per avere in 5 anni una popolazione che vede nelle vaccinazioni un privilegio e diritto non un obbligo”.
Fonti / Bibliografia
- Società Italiana di Pediatria - Separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adultoDalla nascita e per l’intera vita: la Società Italiana di Pediatria (SIP) è nata nel lontano 1898 proponendo un’innovazione che avrebbe segnato un grande cambiamento nei decenni successivi: separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adulto. Con i suoi circa 10 mila Soci la SIP rappresenta la casa comune di tutti i pediatri italiani perché vi partecipano pediatri universitari, ospedalieri, di famiglia e di comunità.