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A livello mondiale, i tumori gastrici sono il quinto tumore maligno più comune, nonché la terza causa di morte per cancro. Il perché di questi tristi primati è da ricercare in particolar modo in diagnosi tardive e trattamenti che risultano spesso inefficaci. Per provare a ridimensionare la statistica attorno a questa tipologia di tumore è stato avviato uno studio internazionale. Rinominato Grammy, il progetto è coordinato dall’Irccs Tumori della Romagna (Irst) e si avvale delle conoscenze di centri di ricerca e università italiani, francesi e greci.
Dati incrociati
Lo scopo della ricerca è quello di andare a ricercare strumenti analitici in grado di comprendere la capacità di risposta dell’organismo di ogni singolo paziente alle cure contro i tumori gastrici. Per fare questo, gli studiosi integrano le modalità di ricerca utilizzate normalmente con ricerca traslazionale e psico-sociologica, così da poter sviluppare e rendere più efficaci strumenti atti a distinguere con maggiore anticipo i malati in grado di rispondere e quelli ad alto rischio di resistenza alle cure contro il tumore.
Il paziente al “centro”
Diretto dalla biologa del Laboratorio di Bioscienze IRST, Chiara Molinari, il progetto Grammy va a incrociare tutte quelle informazioni capaci di influenzare la capacità di ogni singolo paziente di rispondere, o meno, alle cure. Infatti, l’iter prevede che le informazioni biologiche ricavate dallo studio specifico della conformazione cellulare e molecolare del tumore di ogni paziente, vengano incrociate con le sue caratteristiche cliniche e psico-sociologiche ricavate da specifici questionari. Incrociando i dati, i medici riescono ad avere un quadro completo del paziente, facilitando la ricerca di un percorso di cura mirato e personalizzato contro i tumori gastirici.
Un progetto innovativo
Come sottolineato dal direttore Scientifico dell’Irst, Giovanni Martinelli, il progetto Grammy è quanto di più innovativo si possa offrire oggi a chi viene colpito da tumori gastrici. Confrontando i dati ricavati dalle più recenti tecnologie diagnostiche con quelli personalizzati dedotti con i migliori parametri prognostici è possibile creare terapie ad hoc per ogni paziente. Un approccio, spiega Martinelli, che spesso è possibile attuare solo presso l’Irst.