Tumore ovarico: sintomi e quanto è curabile la malattia che ha colpito Bianca Balti

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 17/09/2024 Aggiornato il 17/09/2024

Cerchiamo di capire, con l'aiuto della dottoressa Daniela Galliano ginecologa di IVI Roma, quali sono i sintomi da non trascurare e quando si è a rischio.

tumore alle ovaie

Il tumore ovarico  è una neoplasia che colpisce le ovaie, ovvero gli organi produttori di cellule uovo. Questo tipo di malattia oncologica è insidiosa perché dà segno della propria presenza quando è già in fase avanzata ed è quindi più difficile da curare. I sintomi di questa malattia non sono così evidenti, motivo per cui diventa difficile diagnosticarlo in anticipo. Questo tipo di tumore si sviluppa velocemente e, a seconda dello stadio in cui viene scoperto, ha cure differenti.

La modella Bianca Balti, che già in passato si era sottoposta all’asportazione delle ghiandole mammarie in quanto portatrice di una mutazione genetica che aumenta in modo considerevole il rischio sia di tumore al seno sia di tumore ovarico, proprio recentemente è stata ricoverata e operata proprio per un tumore alle ovaie. Ne abbiamo parlato con la ginecologa Daniela Galliano del centro IVI di Roma.

I sintomi del tumore ovarico

Il tumore all’ovaio può manifestarsi con:

  • nessun sintomo specifico quando è in fase iniziale, ancora confinato all’ovaio
  • gonfiore addominale intermittente o persistente
  • necessità di urinare spesso
  • dolore addominale.

Possono esserci anche altri sintomi meno frequenti, per esempio:

  • inappetenza
  • perdite di sangue dalla vagina
  • variazioni delle abitudini intestinali.

Questi sintomi sono poco specifici e caratteristici di altre malattie meno serie. È però importante segnalarli al proprio medico se non si erano mai presentati prima e compaiono ogni giorno per più di 12-15 giorni al mese e per più due o tre mesi consecutivi. “Il tumore ovarico è una realtà con cui molte donne si confrontano e purtroppo la diagnosi non è sempre semplice” commenta la dottoressa Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma. “Per questo motivo, la prevenzione e la diagnosi in una fase precoce sono fondamentali. Anche se non esiste uno screening di massa efficace per tutte, alcune donne con una storia familiare positiva devono impegnarsi in controlli ed esami strumentali specifici di sorveglianza attiva, come un controllo semestrale del CA-125 ed una ecografia ginecologica transvaginale, perché se la diagnosi viene posta in una fase inziale, il tumore sarà più facilmente curabile”.

I fattori di rischio del tumore ovarico

Il tumore ovarico è il sesto tumore più frequente nella popolazione femminile ed è purtroppo uno dei più difficili da curare. Le cause sono ancora oggetto di studio, mentre sono già noti alcuni fattori di rischio. Vediamo quali:

  • L’età: il picco di incidenza della malattia si registra tra i 50 e i 60 anni, quindi in menopausa o subito dopo. Alcuni tipi di tumore dell’ovaio possono presentarsi in donne più giovani.
  • La storia familiare: la familiarità è presente come principale fattore di rischio in circa il 15-25% dei tumori all’ovaio. Corrono un rischio maggiore le donne la cui madre, sorella o figlia hanno avuto un tumore all’ovaio, al seno oppure all’utero.
  • Le alterazioni del patrimonio genetico: esistono due mutazioni genetiche, BRCA1 e BRCA2 che sono ereditarie e possono portare a una maggiore predisposizione di sviluppare tumore ovarico. La percentuale di rischio di è del 39-46% se è presente una mutazione del gene BRCA1 ed è del 10-27% se è presente una mutazione del gene BRCA2. Essere portatrice di questa mutazione non significa però che ci si ammalerà sicuramente.
  • La storia riproduttiva: ovulazioni ripetute sembrano essere associate ad un rischio maggiore di contrarre la malattia, mentre la gravidanza e l’allattamento sembrano avere un ruolo protettivo. Secondo alcuni studi, esiste un’incidenza maggiore di tumore all’ovaio nelle donne che hanno avuto una prima mestruazione precoce e la menopausa tardiva. L’assunzione prolungata della pillola anticoncezionale è associata ad un rischio inferiore di contrarre la malattia.
  • Gli stili di vita: obesità, fumo, poco esercizio fisico sono fattori che aumentano il rischio di sviluppare tumore ovarico.

In quanto tempo si sviluppa

Il tumore ovarico è una malattia che si sviluppa abbastanza rapidamente. Dallo stadio iniziale a quello avanzato passa circa un anno e non è detto che in questo arco di tempo la donna si sottoponga a controlli (per esempio l’ecografia transvaginale) che permettono di individuarlo in uni stadio precoce, quando è più curabile. Per questa ragione è importante essere regolari sempre nelle visite ginecologiche effettuando l’ecografia transvaginale, soprattutto se si è nell’età a rischio oppure se si è a conoscenza di fattori di rischio individuali, come appunto la mutazione genetica BRCA.

Le cure

Ecco in che modo viene affrontato oggi il tumore ovarico.

L’intervento chirurgico

Il primo passo nel trattamento del tumore ovarico è la chirurgia (detta citoriduttiva o di debulking), necessaria sia per rimuovere il più radicalmente possibile la malattia, sia per poter analizzare il tessuto malato. In questo modo è possibile stabilire in modo adeguato il successivo trattamento farmacologico. La chirurgia è essenziale sia per le forme avanzate, sia per quelle in stadio iniziale e quanto più la rimozione è accurata e radicale, tanto maggiori sono le possibilità di guarigione.

Il trattamento farmacologico

Dopo la rimozione chirurgica, si effettua il trattamento con chemioterapia, solitamente a base di una combinazione di due sostanze: paclitaxel e carboplatino. Di recente, spesso in associazione alla chemioterapia, vengono impiegati i trattamenti “a bersaglio molecolare”, con farmaci rivolti verso un bersaglio specifico identificato come particolarmente importante nella nascita o nella progressione di una neoplasia. Nel tumore ovarico, si usano farmaci come il bevacizumab, un anticorpo monoclonale che lega e blocca in modo specifico la proteina VEGF, un fattore di crescita dei vasi sanguigni creati dal tumore per rifornirsi delle sostanze nutritive e dell’ossigeno di cui ha bisogno per crescere e diffondersi. Si tratta quindi di farmaci molto efficaci e mirati. La durata del trattamento va stabilita dai medici in base alla tipologia di tumore.

Il sostegno psicologico

Le cure del tumore all’ovaio comprendono anche l’intervento psicologico a seconda delle esigenza della donna, che ha bisogno di essere supportata anche dal punto di vista psico-emotivo. Si possono effettuare sedute di supporto psicologico individuale, gruppi psico-educazionali, psicoterapia di gruppo e supporto alle coppie. Si possono associare anche tecniche di rilassamento muscolare e di respirazione controllata.

Si può guarire da un tumore alle ovaie?

Il tumore ovarico non è uno dei più semplici da curare, perché si sviluppa rapidamente e con sintomi inesistenti o poco significativi. Le probabilità di guarire, anche completamente, sono maggiori quanto più precocemente viene scoperta la malattia, che può essere diagnosticata in quattro stadi.

  • Stadio I: il tumore ovarico è limitato alle ovaie
  • Stadio II: la malattia è su una o entrambe le ovaie ed è estesa anche agli organi pelvici (come l’utero)
  • Stadio III: il tumore si trova su una o entrambe le ovaie, è esteso agli organi pelvici e ha metastasi ai linfonodi della zona
  • Stadio IV: si trovano metastasi anche a distanza dalla zona delle ovaie (per esempio al fegato o ai polmoni).

Se la malattia viene diagnosticata in stadio iniziale, cioè quando è limitato alle ovaie, la possibilità di sopravvivenza a 5 anni è di circa il 90%. In stadi più avanzati, la prognosi dipende da vari fattori: quanto è aggressivo il tumore, se riesce a essere asportato chirurgicamente in modo radicale. In stadi più avanzati le probabilità di guarigione calano. Per questo è essenziale non sottovalutare mai sintomi apparentemente banali, rivolgendosi al più presto al ginecologo.

E’ possibile una gravidanza dopo il tumore ovarico?

Alcuni tumori ovarici vengono diagnosticati sempre di più in donne in età fertile che magari non hanno avuto figli ma hanno il desiderio di averli in futuro. Ma sarà possibile per loro diventare mamme? Aggiunge la dottoressa Galliani. “Ritengo che nessuna donna dovrebbe rinunciare alla maternità, se la desidera, a causa del tumore e della mancanza di informazioni. Oggi sono disponibili varie tecniche per cercare di preservare la fertilità nelle donne che devono affrontare le cure contro un tumore. La protezione farmacologica delle ovaie, il congelamento del tessuto ovarico nel caso delle ragazze giovanissime che non hanno raggiunto ancora la pubertà, ma soprattutto il congelamento degli ovociti. I tassi di guarigione e l’aumentata sopravvivenza dei malati oncologici permettono una responsabilità ancora maggiore sull’importanza di informare la coppia in merito alla fertilità futura, agli effetti della chemioterapia e la radioterapia potranno avere sull’andamento di una eventuale gravidanza. Sono quindi indispensabili politiche sanitarie ed educative per la tutela della fertilità che siano in grado di migliorare le conoscenze dei cittadini e delle cittadine al fine di promuoverne la consapevolezza e favorire il cambiamento”.

 
 
 

In breve

Quando compaiono sintomi come gonfiore addominale, necessità di urinare spesso, disturbi intestinali senza una spiegazione, è bene parlarne con il medico. In alcuni casi potrebbe trattarsi di tumore ovarico, una neoplasia legata anche a mutazioni genetiche e ad ereditarietà, che si cura meglio se è scoperta in uno stadio precoce

 

 

Fonti / Bibliografia

  • Tumore ovaie: sintomi, prevenzione, cause, diagnosiIl tumore all'ovaio è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule dell'organo, il più delle volte a partire dalle cellule epiteliali.
  • Tumore dell'ovaioIl tumore dell'ovaio si sviluppa nelle ovaie, due organi che producono gli ormoni sessuali femminili e le cellule riproduttive.
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Scarso aumento di peso in gravidanza: ci si deve preoccupare?

17/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Se gli esami del sangue sono buoni, il feto cresce bene, la gestante non manifesta alcun sintomo allarmante non c'è ragione di preoccuparsi in caso di aumento di peso modesto.   »

Feto con ventricolomegalia cerebrale borderline: quali indagini fare?

16/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In relazione allo spessore dei ventricoli cerebrali, il limite tra normalità e patologia non è così preciso: il valore è normale se inferiore ai 10 millimetri e poi c'è una zona grigia compresa tra 11 e 15 millimetri. Un'ecografia approfondita può bastare a chiarire il quadro.   »

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti