Smog e città: il pericoloso cocktail che porta a depressione e disturbo bipolare

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 26/11/2019 Aggiornato il 26/11/2019

Le malattie neurologiche e psichiatriche, in particolare depressione e disturbo bipolare, sembrano correlate all’ambiente, in particolare allo smog, oltre che allo stress della città

Smog e città: il pericoloso cocktail che porta a depressione e disturbo bipolare

Che l’inquinamento danneggi la salute è un fatto assodato. Ma a ulteriore conferma arriva uno studio condotto dall’Università di Chicago, pubblicato sulla rivista scientifica Plos Biology, secondo cui vivere in città  e con un alto tasso di smog può favorire malattie neuropsichiatriche come disturbo bipolare e depressione. Tutto questo può dipendere dalle sostanze chimiche correlate all’inquinamento che scatenano particolari effetti neurologici, ma sicuramente ha la sua parte di “colpa” anche lo stress cui sono sottoposti gli individui che vivono e lavorano in città.

L’analisi su 151 milioni di persone

Secondo questo studio condotto negli Stati Uniti e in Danimarca ci sarebbe un collegamento importante tra smog e aumento della prevalenza di disturbi neuropsichiatrici. In particolare, vivere in aree urbane con una cattiva qualità dell’aria, specie nella prima infanzia, in entrambi i Paesi è risultato associato all’aumento dei tassi di disturbo bipolare e depressione. Lo studio ha utilizzato il database delle assicurazioni sanitarie statunitensi con i dati su 151 milioni di persone, e ha incrociato la geoincidenza degli eventi neuropsichiatrici con la misurazione di 87 potenziali inquinanti atmosferici registrati dalla Environmental Protection Agency (Epa) americana.

Scoperto il legame

Al termine dei lavori i ricercatori hanno scoperto che le contee con la peggiore qualità dell’aria mostravano un aumento del 27% per i casi di disturbo bipolare e del 6% per la depressione rispetto a quelle con la migliore qualità dell’aria. Il team ha rilevato anche una forte associazione tra terreni inquinati e un aumentato rischio di disturbo della personalità. Per confermare queste correlazioni gli studiosi hanno cercato di convalidare i risultati americani applicando la stessa metodologia sui dati provenienti da un’altra nazione, la Danimarca, che controlla gli indicatori di qualità ambientale in aree molto più piccole. L’équipe di Chicago ha collaborato quindi con i colleghi dell’Aarhus University per analizzare registri nazionali con dati relativi a 1,4 milioni di persone nate in Danimarca tra il 1979 e il 2002. I ricercatori hanno esaminato l’incidenza di malattia neuropsichiatrica negli adulti che vivevano in aree con una scarsa qualità dell’aria, e le associazioni che hanno trovato, specie per il disturbo bipolare, rispecchiano quelle americane, ovvero un aumento del 29% nelle aree con la qualità dell’aria peggiore.

Elementi da chiarire

ll potenziale legame di causa-effetto resta ancora da chiarire; tuttavia, sebbene lo studio non abbia affrontato in modo specifico la questione di come l’inquinamento atmosferico possa scatenare effetti neurologici, numerosi studi sperimentali condotti su modelli animali fanno pensare che le sostanze chimiche inquinanti possano scatenare una serie di problemi di sviluppo neurologico, molti dei quali si verificano nel passaggio tra infanzia ed età adulta.

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

L’ortoterapia, cioè il dedicare tempo alla coltivazione di ortaggi e frutta seguendo il ciclo produttivo, è di aiuto chi soffre di ansia e depressione. Occuparsi con costanza a un orto aiuta a scaricare lo stress e consente di mettersi in sintonia con la natura.

 

Fonti / Bibliografia

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