Sindrome di PANDAS: cos’è, sintomi e conseguenze per i bambini

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 07/03/2023 Aggiornato il 08/03/2023

Una malattia rara e poco conosciuta, con speranze di cura ancora limitate. È la sindrome di PANDAS, di cui soffre la bambina che ha scritto a Giorgia Meloni.

Sindrome di PANDAS: cos’è, sintomi e conseguenze per i bambini

La sindrome di PANDAS è un problema neuropsichiatrico non riconosciuto in Italia e per il quale non esiste una vera e propria cura, un disturbo abbastanza raro, sulle cui cause esistono diverse ipotesi, alcune delle quali ancora da dimostrare. L’interesse del mondo scientifico è limitato e proprio per questo motivo una ragazzina di 12 anni di nome Nicole, affetta da questa sindrome, ha scritto e chiesto alla premier Giorgia Meloni un incontro, in modo da parlare dell’importanza di dedicare attenzione non solo alla PANDAS ma a tutte le malattie rare, che possono rappresentare un vero dramma per chi ne soffre.

Quali sono le cause della sindrome di PANDAS

Non è ancora del tutto chiara la causa esatta che porta alla comparsa della sindrome di PANDAS. Sembra però che la malattia sia legata a una reazione anomala del sistema immunitario di un bambino in seguito a un’infezione da Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Questo batterio è responsabile di forme di faringite e di scarlattina, oltre che di infezioni di più lieve entità. In alcuni casi, per ragioni che sono ancora oggetto di studio, come reazione all’infezione da Streptococco Beta emolitico vengono prodotti auto-anticorpi che attaccano e danneggiano le cellule del sistema nervoso. È possibile che questo si verifichi in soggetti geneticamente predisposti.

Sindrome di PANDAS, i sintomi nei bambini

“Il termine PANDAS deriva dall’acronimo inglese Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections, ossia disturbi neuropsichiatrici pediatrici autoimmuni associati a infezioni streptococciche”, spiega il professor Alberto Spalice, responsabile del reparto di neurologia pediatrica presso il Dipartimento di Pediatria del Policlinico Umberto I di Roma. “I sintomi che accompagnano questa sindrome possono essere di tipo motorio oppure neurologico. Solitamente si presentano in modo improvviso ed evidente, qualche settimana dopo l’infezione di Streptococco beta-emolitico di gruppo A”. I sintomi della sindrome di PANDAS non sempre si presentano tutti insieme. Inoltre la malattia è caratterizzata da fasi in cui le manifestazioni sono più evidenti e da fasi di remissione. Vediamo i segnali più comuni.

Sintomi neurologici

I bambini affetti da questa sindrome presentano vari disturbi neuro-psichiatrici evidenti, associati quindi a un’infezione da streptococco. I sintomi si possono aggravare per settimane ma anche mesi. I principali sintomi neurologici della sindrome di PANDAS sono i seguenti:

• comportamenti ossessivo-compulsivi e ripetitivi, come il lavaggio eccessivo delle mani, il timore di toccare oggetti manipolati da altri, l’esigenza di cambiarsi spesso indumenti

• ansia, depressione, comparsa di attacchi di panico

• sbalzi improvvisi nell’umore anche con grida e irritabilità intensa

• allucinazioni visive e uditive

• problemi di memoria e difficoltà di concentrazione

• difficoltà a riposare bene

Sintomi motori

Altri segnali della sindrome di PANDAS consistono nella difficoltà a svolgere alcune attività. Tra i sintomi motori più evidenti ci sono:

• Tic nervosi, movimenti improvvisi

• Problemi di iperattività con sintomi simili a quelli dell’Adhd

• Ipersensibilità a luci e rumori

• Rifiuto del cibo

• Incontinenza urinaria

• Dolori articolari

• Stato catatonico

Sindrome di PANDAS: le conseguenze dopo averla contratta

È importante non sottovalutare la sindrome di PANDAS, perché i sintomi possono pregiudicare in modo anche serio la serenità quotidiana di un bambino, impedendogli di frequentare con profitto la scuola e di mantenere relazioni sociali con i coetanei. Di conseguenza occorre una diagnosi corretta per poter iniziare un percorso di cura. I bambini con PANDAS infatti hanno potenzialità intellettive assolutamente paragonabili a quelle degli altri piccoli e, adeguatamente seguiti, possono avere un percorso scolastico regolare, praticare sport, insomma condurre una vita normale.

Sindrome di PANDAS: si guarisce dalla malattia?

“Non è corretto affermare che un bambino con PANDAS possa guarire. La sindrome si può però tenere sotto controllo con una cura con i farmaci, dopo aver raggiunto la diagnosi di PANDAS” aggiunge il professor Spalice. “Non esiste un unico esame specifico per giungere a questa conclusione. È fondamentale l’anamnesi insieme con i genitori del bambino, attraverso la quale si può scoprire se si è verificata di recente una infezione da Streptococco Beta emolitico”. L’anamnesi trova poi conferma con tampone faringeo ed esami del sangue. È opportuno escludere altre condizioni che possano portare alla comparsa di sintomi neurologici e motori simili, quindi iperattività, assunzione di farmaci che danno effetti collaterali, malattie del sistema nervoso come tumori cerebrali.

Quali sono le cure per la PANDAS?

Il trattamento della sindrome di PANDAS si avvale di diversi approcci farmacologici. Questi di solito sono:
• Antibiotici come amoxicillina e azitromicina che permettono di contrastare l’infezione da Streptococco Beta emolitico
• Cortisonici per controllare l’infiammazione e limitare la risposta immunitaria
• Farmaci antidepressivi come gli Ssri, ossia gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che stabilizzano l’umore combattendo ansia, depressione, crisi di panico. L’uso di questi farmaci è però controverso
•Nelle forme più serie si ricorre trattamenti come infusione di immunoglobuline e plasmaferesi che hanno l’obiettivo di eliminare l’infezione batterica dal sangue

Il bambino dovrebbe inoltre seguire una terapia cognitivo-comportamentale, sempre con il supporto dei genitori.

PANDAS e Autismo: che differenza c’è?

PANDAS e autismo sono due malattie apparentemente simili perché esiste una sovrapposizione dei sintomi sia comportamentali sia clinici. Può succedere che una diagnosi superficiale inquadri una forma di PANDAS come autismo: la malattia non è trattata nel modo adeguato e, quindi, il bambino non va incontro a miglioramenti. La situazione è talvolta ancora più complessa perché in alcuni casi le due malattie sono presenti entrambe. I segnali in comune tra i due disturbi, che possono indurre in confusione durante il percorso di diagnosi, sono i seguenti:

• Sintomi psichiatrici: ansia, fissazioni, manifestazioni di tipo ossessivo-compulsive

• Sintomi clinici: reazione di tipo autoimmune, tic nervosi, encefalopatie

• Dall’anamnesi: precedenti in famiglia di casi di febbre reumatica, infezioni da Streptococco, malattie virali.

La differenza tra PANDAS e autismo sta soprattutto nell’epoca di esordio della malattia. L’autismo infatti è presente fin dai primi anni di vita e inizia a manifestarsi in modo lento, ma sempre più evidente, dall’epoca della scuola per l’infanzia in poi. La PANDAS può insorgere in qualunque momento, anche in adolescenza e fino ai 18 anni, con manifestazioni acute e improvvise che insorgono improvvisamente. Il bambino o ragazzo colpito è soggetto a una “regressione” repentina del comportamento, con chiusura verso l’esterno, ritorno al mondo dell’infanzia, peggioramento del rendimento scolastico, ansia da separazione. Altra differenza con l’autismo sono segnali come incontinenza urinaria e disturbi del sonno.

 

 
 

In breve

È possibile prevenire la sindrome di PANDAS?

Al momento, parlare di prevenzione è difficile perché non si conoscono bene le cause. È fondamentale per il successo della cura la diagnosi precoce: prima si giunge a individuare il disturbo, senza sottovalutare i sintomi, migliore è la qualità della vita del bambino.

Fonti / Bibliografia

  • La Terapia - PANS PANDAS Italia APSTerapia Non esiste al momento un protocollo terapeutico validato per PANS e PANDAS. Tuttavia nel luglio 2017 il PANS PANDAS Consortium ha pubblicato le seguenti
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Collo dell’utero raccorciato in 25^ settimana: è possibile che torni a posto?

01/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In effetti la cervice può recuperare qualche millimetro, in assenza di contrazioni uterine, quindi non è detto che una minaccia di parto prematuro comporti con certezza la nascita del bambino molte settimane prima rispetto alla data prevista.  »

Ureaplasma urealyticum : che fare quando si scopre l’infezione?

01/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

L'ureaplasma urealyticum una volta scoperto deve necessriamente essere curato con l'antibiotico. La terapia deve essere affrontata da entrambi i partner, anche s euno dei due non ha sintomi, per evitare l'effetto "ping pong", ossia di continuare a contagiarsi a vicenda.  »

Gravidanza e analisi del sangue con valori alterati: c’è da preoccuparsi?

26/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

I parametri riportati nei referti delle analisi del sangue non tengono conto del fatto che durante la gravidanza è del tutto fisiologico che alcuni valori risultino alterati rispetto al range di riferimento. Dunque, gli asterischi che segnalano che qualcosa non va devono essere interpretati diversamente...  »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti