In queste ultime settimane nelle scuole italiane si sta registrando un aumento dei casi di scarlattina. Oltre all’ormai noto incremento dei casi di virus respiratorio sinciziale, principale causa delle bronchioliti e delle polmoniti nei bambini, c’è anche lo streptococco beta emolitico di gruppo A (Sbega) tra gli agenti patogeni tornati a circolare intensamente dopo il rallentamento degli ultimi due anni dovuto alle misure precauzionali messe in campo per frenare la circolazione del Sars-Cov-2. Lo Streptococco beta emolitico di gruppo A è il batterio responsabile della scarlattina, unica malattia esantematica infantile di origine batterica, che ora in assenza di restrizioni sembra essere tornata alla carica.
La scarlattina è una malattia esantematica molto contagiosa causata dallo Streptococco beta emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes), un batterio che produce una tossina, la tossina pirogenica, responsabile dell’esantema e degli altri sintomi della malattia.
La scarlattina si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva emesse tramite tosse, starnuti ecc. da un soggetto malato (il batterio solitamente si trova nella faringe, per cui si parla di faringite streptococcica).
I primi sintomi legati alla scarlattina – che solitamente si manifestano entro una settimana dal contatto con il batterio – sono solitamente febbre oltre i 38°C, mal di gola, mal di testa, malessere generale, spossatezza, ingrossamento dei linfonodi del collo. L’esantema tipico della malattia è formato da macchie rosso-rosate che compaiono inizialmente su schiena e pancia per poi espandersi agli arti e rendono la pelle ruvida al tatto. Relativamente al viso le guance appaiono molto arrossate e contrastano con il pallore del naso e della zona intorno alla bocca. Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate e la lingua può ricoprirsi di una patina bianca che dopo qualche giorno scompare lasciando la lingua rossa e con le papille gonfie (cosiddetta “lingua a fragola”).
La diagnosi di scarlattina viene confermata dal ritrovamento del batterio – lo Sbega – nell’apposito tampone faringeo. Gli esami di laboratorio mostrano, come accade in tutte le infezioni batteriche, un aumento degli indicatori della presenza di un’infiammazione in corso (VES, PCR) e dei leucociti neutrofili.
In caso di sintomi sospetti è importante fare il tampone faringeo e, se positivo, iniziare la terapia antibiotica entro 10 giorni dalla comparsa dei sintomi. Gli esperti precisano che per prevenire le possibili complicanze gravi (malattia reumatica, glomerulonefrite acuta post-infettiva, ascessi tonsillari, otiti e sinusiti) la cura antibiotica – solitamente a base di amoxicillina – va seguita per tutti e 10 i giorni anche se già dopo le prime somministrazioni di antibiotico il bambino sembra essere tornato completamente in forma.
Il video del pediatra Leo Venturelli sulla Scarlattina
La scarlattina: come riconoscerla e curarla? Ce lo spiega il pediatra Leo Venturelli in questo video.
Fonti / Bibliografia
- Scarlattina - Ospedale Pediatrico Bambino GesùMalattia esantematica e contagiosa, è caratterizzata da un'incubazione breve e dalla comparsa improvvisa di febbre, brividi, nausea ed esantema su tutto il corpo
- Scarlet fever - NHSFind out about scarlet fever, including the symptoms, what to do if you or your child has it, how it's treated, how long it lasts and how it's spread.