Quinta malattia: contagio, sintomi e cura

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 28/03/2024 Aggiornato il 16/07/2024

Sono in aumento tra i bambini i casi di quinta malattia che si manifesta con un’eruzione cutanea di breve durata e, in alcuni casi, con un po’ di febbre, senza particolari complicanze. Vediamo insieme cos'è, come avviene il contagio, i sintomi e le cure.

la quinta malattia provoca la febbre

La quinta malattia fa parte del gruppo delle malattie esantematiche. Si tratta di una forma infettiva che interessa in modo particolare i bambini e che si manifesta prevalentemente in primavera. Esistono veri e propri picchi legati alla malattia che si verificano in genere ogni 3-4 anni. E pare che questa primavera segni proprio un picco, con un aumento piuttosto rapido e significativo di casi soprattutto tra i bambini di 5-7 anni. Vediamo allora insieme che cosa è la quinta malattia, come avviene il contagio, i sintomi e le cure.

Quinta malattia, cos’è?

La quinta malattia, chiamata anche megaloeritema infettivo, appartiene al gruppo delle malattie esantematiche. Si tratta di malattie infettive scatenate da virus o batteri che hanno come manifestazione tipica la comparsa repentina di un esantema, cioè di un’eruzione cutanea che può manifestarsi in modi diversi con macchie dal rosa tenue al rosso vivo, vescicole e pustole. La quinta malattia è causata da un’infezione acuta da parvovirus umano B19 che provoca sintomi piuttosto lievi nei bambini ma può essere pericolosa in gravidanza per il feto. E’ caratterizzata dalla comparsa di macchioline arrossate che tendono a localizzarsi sulle guance tanto che comunemente la si definisce con il nome di “malattia delle guance schiaffeggiate”. Si tratta di una tipica malattia infantile che può interessare però anche l’adulto. Nella maggior parte dei casi è asintomatica negli adulti: sulla base di alcune indagini sierologiche è emerso infatti che una percentuale variabile tra il 50 e l’80% degli adulti ha sviluppato anticorpi per la malattia senza aver avuto sintomi. Alcuni adulti infettati non manifestano eruzione cutanea ma sviluppano invece un lieve dolore di tipo articolare.

Contagio e incubazione

ll virus che provoca la quinta malattia circola principalmente in primavera ed è molto contagioso, ragion per cui di solito provoca epidemie locali tra i bambini. La trasmissione avviene comunemente attraverso microscopiche goccioline di saliva emesse quando si parla, si tossisce o si starnutisce. Il contatto può avvenire anche tramite il contatto con oggetti e superfici contaminate ed è per questo che la malattia si diffonde facilmente tra i bambini che sono soliti scambiarsi effusioni oltre che giochi e altri oggetti dove il virus può essersi depositato. E’ quello che avviene per altro in famiglia: se un bimbo ha la quinta malattia ci sono circa il 50% di possibilità che anche gli altri componenti possano contrarre l’infezione se non hanno avuto in precedenza contatti con il parvovirus B19. Dopo essere stati colpiti una volta dalla quinta malattia, infatti, non ci si ammala più anche se si dovesse venire di nuovo a contatto con il virus. Anche il sangue infetto può favorire il contagio. Proprio perché la malattia può rappresentare un pericolo in gravidanza è bene che le mamme in attesa prestino attenzione soprattutto se hanno un altro figlio piccolo che può facilmente contrarre l’infezione. Il periodo di incubazione è di circa 4-14 giorni, ma in alcuni casi può arrivare anche a tre settimane. Bisogna tenere conto del fatto che chiunque abbia contratto la malattia, bambino o adulto che sia, rimane contagioso per tutto il periodo di incubazione fino alla comparsa dell’esantema. Non si è più contagiosi invece in fase di eruzione cutanea: anche se le macchie arrossate rimangono, quindi, i bambini possono tornare alla materna o alla scuola elementare perché non sono più contagiosi.

Quali sono i sintomi

I sintomi della quinta malattia sono in genere di lieve entità. Dopo il periodo di incubazione, possono presentarsi sintomi aspecifici che si avvicinano a quelli di una forma influenzale lieve come febbriciattola che in genere non supera i 38°, mal di gola, mal di testa e un lieve malessere diffuso. Questi sintomi possono durare anche fino a sette, dieci giorni prima che compaia l’eruzione cutanea vera e propria con macchie rosso-scuro dalla zona centrale più chiara, leggermente in rilievo, che inizialmente tendono a localizzarsi sul viso per estendersi poi nei giorni successivi a braccia, gambe e tronco. In queste aree le macchie tendono ad essere meno intense nella colorazione, ma a dare maggior prurito. Quando le macchie iniziano a schiarirsi assumono un aspetto simile a un reticolato. I bambini sotto i dieci anni sono maggiormente soggetti alla comparsa dell’eruzione cutanea che risulta in genere meno pruriginosa rispetto ai bimbi più grandi e agli adulti. In genere le macchie non interessano mani e piedi ma in alcuni bambini può succedere che l’eruzione riguardi esclusivamente proprio queste due parti del corpo. Nel momento in cui compare l’eruzione non si è più contagiosi. Le macchie scompaiono in genere in un tempo variabile tra i 5 e i 10 giorni. In alcuni casi il rossore può permanere anche per settimane e diventare ancora più intenso nel caso in cui i bambini siano esposti al sole o facciano molto sport. La comparsa delle macchie e la loro disposizione rende facile diagnosticare la quinta malattia: è sempre bene in ogni caso portare il bimbo dal pediatra per accettarlo.

La quinta malattia non provoca in genere nessun tipo di complicanza nei bambini sani. Occorre solo prestare attenzione nei piccoli che hanno un sistema immunitario indebolito (leucemici o affetti da AIDS) o soffrono di malattie del sangue come l’anemia falciforme o l’anemia emolitica. In questi casi si possono avere serie complicanze in quanto il virus è in grado di rallentare temporaneamente la produzione di globuli rossi. Questo fenomeno non crea problemi ai bambini sani ma in quelli anemici può ulteriormente peggiorare la condizione portando i globuli rossi a livelli molto bassi, al punto da non fornire sufficiente ossigeno ai tessuti.

Le cure per la quinta malattia

Nonostante la comparsa di macchie arrossate metta sempre in allarme i genitori, occorre tenere presente che la quinta malattia in genere si risolve nell’arco di pochi giorni senza provocare grandi fastidi. Non servono quindi farmaci, anche perché non ne esistono di specifici per la quinta malattia. Se è presente la febbre il pediatra può prescrivere dei farmaci sintomatici come gli antipiretici per abbassarla. Lozioni e altri prodotti emollienti da applicare sulle zone interessate dall’eritema possono essere utili per lenire il prurito, qualora sia presente e fastidioso.

Quinta malattia: cosa succede in gravidanza

Come visto sopra, in genere la quinta malattia non rappresenta un problema per le mamme in attesa considerato che circa la metà delle donne è immune al parvovirus B19 ed è quindi protetta nei confronti della malattia. Un semplice esame del sangue, che si può fare anche prima della gravidanza nel momento in cui si pensa di avere un bambino, può rilevare la presenza di anticorpi per la malattia. In ogni caso la maggior parte delle gestanti non immuni non presenta sintomi significativi se non un’eruzione contenuta, senza complicazioni gravi. Non è possibile però escludere, anche se i casi sono molto rari (attorno al 2-6%), che il virus possa essere trasmesso al feto, soprattutto nella prima metà della gravidanza, e provocare un aborto spontaneo o la morte fetale.

Il video del pediatra Leo Venturelli sulla Quinta malattia

Quinta Malattia nei bambini e nelle donne in gravidanza: quali sono i sintomi e cosa fare? Ce lo spiega il pediatra Leo Venturelli in questo video.

 

 

 
 
 

In breve

La quinta malattia registra in genere picchi ogni tre, quattro anni. In questa primavera sembra segnare un aumento degli episodi, soprattutto nella fascia di età tra i 5 e i 7 anni. Non è il caso, comunque, di preoccuparsi, perché si tratta di un’infezione virale che nella maggior parte dei bambini dà sintomi di scarsa entità e si risolve senza conseguenze. Anche l’eruzione cutanea che l’accompagna non è particolarmente fastidiosa e scompare in genere nell’arco di una decina di giorni. Un controllo dal pediatra è comunque sempre opportuno. 

 

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