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In Europa e negli Stati Uniti la pertosse è tornata alla carica dopo decenni in cui la malattia non destava più preoccupazione.
Vaccino assolto
Un gruppo di ricercatori coordinati dall’Università del Michigan (Stati Uniti) ha messo in evidenza, in un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational medicine cui hanno preso parte anche gli immunologi dell’Università della Georgia e della Queens University (Stati Uniti) e i colleghi francesi dell’Istituto Pasteur, che l’aumento dei casi di pertosse registrati negli ultimi anni non è dovuto – come spesso da più parti ritenuto – alla minore efficacia del vaccino introdotto negli anni ’90 ma ad altri fenomeni, tra cui il calo delle coperture iniziato quasi 70 anni fa, negli anni ’50, e della lentezza con cui agisce il vaccino, efficace ma ancora imperfetto.
L’andamento della malattia
Per giungere ai loro risultati i ricercatori hanno applicato dei modelli matematici ai casi di pertosse registrati negli ultimi 16 anni nel Massachussets. Dai risultati è emerso che l’inizio delle vaccinazioni negli anni ’40 ha portato a una diminuzione dell’incidenza della malattia di 100 volte grazie alla presenza di un alto numero di bambini protetti dal vaccino e di adulti che avevano l’immunità naturale acquisita (perché venuti a contatto con la malattia). Questo periodo viene chiamato dagli studiosi “luna di miele” per la bassa incidenza della malattia registrata dopo l’inizio del programma di immunizzazione. I modelli matematici hanno poi mostrato che nei decenni successivi gli adulti naturalmente immuni alla malattia sono diminuiti, mentre sono aumentate le persone suscettibili perché fuori età per essere vaccinate (troppo grandi) e senza immunità naturale. La pertosse è così tornata, con casi sempre più numerosi negli ultimi decenni: gli immunologi spiegano che questo punto segna la fine del periodo chiamato “luna di miele”.
Importante vaccinare i bambini
Lo studio ha anche dimostrato che l’attuale vaccino contro la pertosse fornisce una protezione a vita al 55% di chi lo riceve e una protezione per più di dieci anni al 90%. Poiché la fascia di età più suscettibile alla malattia è quella tra 5 e 10 anni, seguita da quella tra 10 e 20, gli studiosi affermano che è bene “essere sicuri che i bambini siano vaccinati prima che vadano a scuola”.