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La vaccinazione è di nuovo obbligatoria dal luglio del 2017, ma la pertosse in Italia è tutt’altro che scomparsa. Non sono mancati i casi, talvolta purtroppo anche letali, nei neonati.
Inganna il sistema immunitario
Secondo uno studio britannico, infatti, coordinato dall’università di Bath e pubblicato dal Journal of Infectious Diseases, la pertosse potrebbe costituire un problema nei prossimi anni poiché sarà in grado di “sfuggire” alla risposta immunitaria causata dall’infezione, anche se al momento il vaccino è l’unica arma di prevenzione contro i focolai sempre più numerosi soprattutto nel nord Europa. Secondo il rapporto dell’Ecdc, infatti, la pertosse sta facendo la sua ricomparsa in Europa, con 42mila casi solo nel 2012. E l’andamento della malattia non lascia ben sperare.
Provocata da un batterio
La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Un altro batterio della stessa famiglia, il Bordetella parapertussis, è all’origine di una malattia simile, la parapertosse, che si manifesta però con sintomi più lievi. La pertosse viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni.
Sintomi, diagnosi e complicazioni
La pertosse si caratterizza per una tosse persistente (per più di tre settimane). L’esordio della malattia si manifesta con una tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e copiose secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane. Progressivamente la tosse diventa parossistica (convulsiva e molto forte) e si associa a difficoltà respiratorie. In seguito alla tosse così intensa, si possono verificare anche casi di apnea, cianosi e vomito.
Si cura con antibiotici
L’uomo è l’unico serbatoio noto del batterio; di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. Un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina con il tempo.
Un batterio in evoluzione
Analizzando i ceppi dell’epidemia di pertosse, i ricercatori hanno scoperto che il batterio sta mutando nelle proteine superficiali, quelle “riconosciute” dal sistema immunitario, più velocemente che nelle altre parti. “Al momento – spiegano i ricercatori – il vaccino è ancora l’arma più efficace per prevenire la malattia ma in futuro il batterio potrebbe diventare capace di sfuggire alla risposta immunitaria causata dall’infezione”.