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Studi e ricerche hanno chiarito che il virus Sars-CoV-2 non penetra solo attraverso naso e bocca ma anche dagli occhi. La scoperta è stata fatta da un membro del National Expert Panel on Pneumonia americano inviato a Wuhan per un’ispezione: l’uomo, che non indossava presidi di protezione per gli occhi, sviluppò prima una congiuntivite, poi la classica polmonite da Covid-19. Altri studi hanno dimostrato che il virus può permanere negli occhi anche a distanza di alcune settimane dalla fase acuta della malattia.
Visione a rischio con il Covid
Gli occhi in sostanza sono un organo bersaglio di Covid, in particolare in presenza di piccoli danni come quelli che si verificano nella sindrome dell’occhio secco. Nei pazienti affetti da Covid ad essere colpite sono soprattutto le cellule mucipare a calice, mentre quelle della cornea e quelle congiuntivali, forse perché protette dal film lacrimale che si rinnova ogni cinque minuti, sembrano più protette dall’infezione, a meno che non ci si trovi in una condizione come la sindrome dell’occhio secco.
Come una mascherina, ma per gli occhi
Uno studio pubblicato su Traslational Vision Science & Technology, siglato da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dell’Università di Ferrara, ha provato che un gel oftalmico a base di ozono stabilizzato potrebbe fungere da barriera contro l’ingresso del virus Sars-CoV-2 attraverso gli occhi, funzionando un po’ come una mascherina per gli occhi, da indossare insieme alla classica chirurgica o Ffp2 che copre naso e bocca. «I gel oftalmici all’ozono sono già utilizzati per lenire i sintomi legati a patologie oculari di tipo infiammatorio, anche di origine infettiva» spiega Stanislao Rizzo, ordinario di Oftalmologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore campus di Roma, e direttore dell’Unità operativa complessa di Oculistica del Policlinico Gemelli.
Ozono per disinfettare e per… proteggere
L’ozono infatti è utilizzato da tempo in medicina per disinfettare e trattare malattie infettive, vista la sua capacità di inattivare batteri, virus, funghi, lieviti e persino protozoi. La sua attività antivirale in particolare si esplica danneggiando il capside virale e alterando la replicazione virale attraverso la perossidazione. «Il nostro studio suggerisce che potrebbero avere anche un effetto barriera contro l’ingresso del virus attraverso gli occhi o il sistema naso-lacrimale: in ogni caso si tratta di uno studio in vitro, i cui risultati dovranno essere confermati da studi su modello animale e nell’uomo» conclude l’esperto.