Norovirus Kawasaki: sintomi, cura nei bambini e situazione in Italia

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo, con la consulenza di Fabrizio Pregliasco - Dottore specialista in Infettivologia Pubblicato il 15/11/2024 Aggiornato il 15/11/2024

Non è particolarmente serio ma è molto contagioso. Con l'aiuto del virologo Fabrizio Pregliasco cerchiamo di capire come riconoscere e affrontare questo virus.

Norovirus Kawasaki: sintomi, cura nei bambini e situazione in Italia

Il Norovirus Kawasaki è un’agente virale altamente contagioso che attualmente è responsabile di molti casi di gastroenterite non batterica in Inghilterra. Provoca malesseri gastrointestinali soprattutto nei bambini e si può curare con riposo e assunzione di liquidi. Vediamo i rischi in Italia e come si può curare.

La situazione in Italia

Il Norovirus Kawasaki ha contagiato almeno 2.600 persone nel Regno Unito, all’inizio della stagione invernale 2024-2025, oltre il doppio rispetto all’anno scorso. “Al momento non sono segnalati casi nel nostro paese di gastroenterite dovuta a questa variante, come hanno fatto sapere le autorità sanitarie che vigilano sulla situazione” raccomanda il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano.

“È però importante non abbassare la guardia e segnalare al pediatra eventuali malesseri connessi a gastroenterite, per assicurare al bambino le cure adeguate ed evitare il contagio”. Non si può escludere infatti che il Norovirus Kawasaki arrivi anche in Italia, come è successo lo scorso anno quando in una scuola elementare in provincia di Bologna è scoppiata un’epidemia di un’altra variante di Norovirus. 

Che cos’è il Norovirus Kawasaki

Il Kawasaki è una variante del Norovirus, del genogruppo 2, chiamato anche GII.17. Il nome deriva dal fatto che questa variante fu isolata per la prima volta nella città giapponese di Kawasaki, dove causò un’epidemia nella stagione invernale 2014-2015. Il Norovirus Kawasaki è particolarmente contagioso: è sufficiente una piccola concentrazione di carica virale per infettare le altre persone. 

Sintomi nei bambini e trasmissione

I sintomi dell’infezione sono simili a quelle degli altri tipi di Norovirus e riguardano l’apparato gastrointestinale, manifestandosi 12-48 ore dopo il contagio. Possono comparire quindi:

  • vomito, soprattutto nei bambini più piccoli
  • nausea
  • diarrea acquosa
  • sensazione di gonfiore
  • crampi addominali
  • talvolta febbre non eccessivamente elevata.

“Il contagio avviene soprattutto per via orofecale, ossia ingerendo alimenti o acqua contaminati da feci della persona malata” aggiunge il professor Pregliasco. “La diffusione può però avvenire anche per aerosol, ossia entrando in contatto con il virus presente nella saliva o nel muco del malato. Queste si diffondono nell’ambiente con le minuscole goccioline espulse attraverso gli starnuti o i colpi di tosse”. Per questa ragione, il Norovirus Kawasaki si diffonde soprattutto in nidi e scuole, dove i piccoli stanno a stretto contatto tra di loro.

Come si cura

Nei bambini in salute, il Norovirus Kawasaki si risolve nel giro di due o tre giorni senza particolari complicazioni. Può però esporre a malessere intenso e causare disidratazione perché la diarrea liquida e il vomito aumentano la perdita di liquidi dall’organismo. Per questo motivo è essenziale assicurare al bambino una adeguata assunzione di acqua. Ecco come fare:

  • Se il piccolo assume ancora latte materno, deve continuare a farlo. È bene evitare invece il latte vaccino
  • Somministrare al bimbo acqua, brodo vegetale, tè leggero con poco zucchero e limone, spremute diluite, usando un cucchiaino per evitare che grandi quantità stimolino il riflesso del vomito
  • Evitare cibi solidi nei primi giorni, introdurre quindi alimenti di origine vegetale come carote e patate lesse, mela grattugiata
  • Chiedere al pediatra se è opportuno somministrare al bambino probiotici specifici, per riequilibrare la flora intestinale
  • Se la febbre sale oltre i 38 gradi, somministrare un antipiretico adatto all’età del bambino, per esempio paracetamolo
  • Tenere a casa il bambino fino a completa guarigione, per evitare la trasmissione ad altri piccoli
  • Lavare accuratamente le mani dopo essersi occupati del piccolo ed evitare di toccarsi la bocca

I bambini con malattie croniche vanno seguiti attentamente dal pediatra.

 

Photo by Colin Maynard for Unsplash

 
 
 

In breve

Se il bambino prende il Norovirus Kawasaki, può avere diarrea, vomito, febbre. Va tenuto a casa e deve bere molti liquidi ed evitare di diffondere il contagio. Inoltre è importante avvisare il pediatra

 

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Gravidanza indietro di 5 giorni secondo l’ecografia e rispetto all’atteso

15/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Una differenza di appena 5 giorni tra la settimana di gravidanza individuata in base al calcolo ostetrico (che conta le 40 settimane di gravidanza a partire dalla data di inizio dell'ultima mestruazione) e quanto rilevato dall'ecografia non è significativa, tant'è che non suggerisce di ridatare la gravidanza....  »

Raffreddore perenne e tosse in un bambino di 10 anni

14/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Per quanto strano possa sembrare, a volte certi sintomi manifestati da un bambino già grandicello sono psicosomatici, cioè sono causati da un problema di tipo emotivo-comportamentale.   »

Quanti carboidrati al giorno durante la gravidanza?

11/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Rosa Lenoci

In generale, per le donne in gravidanza, si consiglia un apporto di carboidrati che varia dal 45 al 60% dell'apporto calorico totale giornaliero. Questo significa che se una donna in attesa ha un fabbisogno di 2.200 Kcal al giorno, tra 990 e 1.320 Kcal dovrebbero provenire dai carboidrati.  »

Fai la tua domanda agli specialisti