Morbillo, nuovi diffusi contagi in Europa: il vaccino come unica soluzione

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 15/02/2023 Aggiornato il 17/02/2023

Il morbillo è una malattia molto contagiosa e sta ricominciando a diffondersi in Europa. L'Oms ribadisce l'importanza del vaccino come unico modo per scongiurare le conseguenze pericolose legate alla malattia.

Morbillo, nuovi diffusi contagi in Europa: il vaccino come unica soluzione

Il morbillo sta nuovamente tornando a diffondersi, dopo un periodo in cui i contagi erano diminuiti, a causa delle limitazioni legate alla pandemia di Covid-19. I casi stanno aumentando, secondo quanto riferisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Europa in vista dell’approvazione del nuovo piano di prevenzione nazionale. L’Oms ricorda agli Stati Europei, tra i quali l’Italia, che il vaccino contro il morbillo è l’unico modo per evitare le pericolose conseguenze legate a questa malattia. Come dimostra la più recente panoramica mensile dell’Oms sulla diffusione della rosolia e del morbillo, al momento l’Italia per il morbillo ha una copertura vaccinale ben al di sotto del 95%, la percentuale considerata sicura per evitare che si diffonda la malattia.

Perché il morbillo si sta nuovamente diffondendo?

Nel corso del 2022, nel nostro Paese si è registrato il più elevato numero di casi in Europa, dopo il periodo 2020-2021 in cui i casi erano diminuiti. “La riduzione dei casi di morbillo è stata soprattutto una conseguenza della messa in atto delle norme per il controllo della diffusione del virus pandemico Sars-Cov-2, come uso delle mascherine, lavaggio delle mani, distanziamento”, spiega il dottor Rocco Russo, pediatra e responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip). “In quel periodo anche altri virus hanno circolato meno, come per esempio il Virus respiratorio sinciziale che causa bronchiolite. È stato un rallentamento solo apparente, perché il virus del morbillo è sempre presente tra la popolazione. L’allentamento di tali misure preventive espone l’intera popolazione al rischio di focolai epidemici di morbillo in soggetti che non hanno avuto l’opportunità di essere adeguatamente protetti con lo specifico vaccino”. Se non si interviene, sottoponendo i bambini al vaccino contro il morbillo, i casi possono aumentare con pericolose conseguenze.

Che tipo di malattia è il morbillo?

Il morbillo è una malattia molto contagiosa, causata da un agente patogeno chiamato morbillivirus della famiglia dei Paramyxoviridae. Questo si replica nelle vie respiratorie superiori (naso e gola) e nel linfonodi della zona e si diffonde tra le persone attraverso starnuti, colpi di tosse e manipolazione di oggetti toccati dall’individuo infetto. Corrono un rischio maggiore di contagiarsi i bambini al di sotto dei tre anni e gli adulti non vaccinati, ma chiunque, se non è immunizzato, può contrarre la malattia.

 

Che sintomi presenta il morbillo?

Il morbillo ha dei sintomi che compaiono qualche giorno dopo il contatto con la persona infetta, ovvero:
• scolo nasale, tosse secca, occhi arrossati che lacrimano: tutti simili a quelli di un raffreddore
• febbre che diviene sempre più elevata, arrivando anche ai 39-40 gradi
• puntini bianchi all’interno della bocca
• l’esantema, la caratteristica eruzione cutanea di puntini color rosso vivo dopo tre o quattro giorni dai primi malesseri. I puntini rossi si localizzano inizialmente sul viso dietro le  orecchie, quindi si diffondono in tutto il corpo

In particolare l’esantema dura da quattro giorni a una settimana e inizia a scomparire a partire dal collo, accompagnata talvolta da desquamazione della pelle. In tutto, la durata del morbillo è di 10-20 giorni. La contagiosità è più elevata quando la persona ha la febbre e scompare circa 5 giorni dopo l’eruzione dell’esantema.

Quali sono le conseguenze del morbillo?

Il morbillo può avere serie conseguenze che compaiono con relativa frequenza. Le complicanze più frequenti sono diarrea, otite, laringite, polmonite. Può comparire anche encefalite, ovvero una infiammazione del cervello. Queste conseguenze sono più frequenti nei bambini piccoli e nelle persone che presentano altre malattie o che hanno problemi nel funzionamento del sistema di difesa dell’organismo. Le donne in attesa che contraggono la malattia possono andare incontro a un parto prematuro. In circa 30-100 casi su 100.000 ammalati, secondo gli esperti, può verificarsi il decesso.

Come è possibile difendere i bambini?

“Una volta contratto il morbillo, una persona è immune per il resto della vita” aggiunge il dottor Russo. “Lo stesso risultato si ottiene però, senza alcun rischio di complicanze, con il vaccino contro il morbillo, che si può somministrare ai bambini e a tutte quelle persone, anche adulte, che non sono immunizzate”.

Esistono due tipi di vaccino contro il morbillo:

MPR, che immunizza contro morbillo, parotite e rosolia;
MPRV, che agisce anche contro morbillo, parotite, rosolia e varicella.
Si tratta di un vaccino a virus attenuati, che, cioè, non causano la malattia vera e propria con le sue pericolose conseguenze, ma sono in grado di suscitare la reazione del sistema di difesa e di produrre gli anticorpi che creano la memoria immunitaria. Nei bambini, si effettuano due dosi: la prima a 12-15 mesi, la seconda tra i 5 e i 6 anni. “E’ di fondamentale importanza vaccinare i bambini soprattutto nei momenti in cui non ci sono emergenze sanitarie” raccomanda l’esperto. “In questo modo, vaccinando il maggior numero di soggetti, si ridurrebbe nettamente la circolazione dello stesso virus del morbillo e si garantirebbe un’immunità di gruppo che proteggerebbe anche chi non può essere vaccinato”.

In sintesi

Il vaccino contro il morbillo è pericoloso?
No, in alcuni casi può comparire un po’ di febbre circa 7-10 giorni dopo la somministrazione del vaccino stesso. La febbre però è il segnale che si è verificata la reazione che garantisce l’immunità, quindi la protezione dalla malattia.

Chi non può sottoporsi al vaccino contro il morbillo?
È meglio che non facciano il vaccino contro il morbillo le persone che hanno seri difetti di funzionamento delle difese immunitarie oppure che stanno seguendo trattamenti immunosoppressivi, per esempio per un tumore o un trapianto.

 

Fonti / Bibliografia

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