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Sembrava che la situazione stesse lentamente volgendo al meglio. E, invece, si trattava di un miglioramento solo temporaneo: dopo il calo registrato nel 2014 e nel 2015, infatti, nel corso del 2016 i casi di morbillo sono tornati ad aumentare. A rivelarlo sono i bollettini Morbillo e Rosolia news dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Una malattia virale
Il morbillo appartiene al gruppo delle cosiddette “malattie esantematiche”. Infatti, si caratterizza soprattutto per la comparsa di un’eruzione cutanea, del tutto simile a quella della rosolia e della scarlattina. Inizialmente causa sintomi generici, come tosse secca, naso che cola, congiuntivite e febbre, che diventa sempre più elevata. Nel giro di poco tempo, compaiono puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo tre-quattro giorni, appare l’esantema, con puntini rossi sulle orecchie e poi su tutto il corpo. La colpa è di un virus, trasmesso probabilmente per via aerea. Il morbillo non va sottovalutato perché può dar luogo a complicanze, come otite, polmonite ed encefalite (infiammazioni di una parte del cervello).
I dati aggiornati
Ogni mese, il reparto di Epidemiologia delle malattie Infettive (Cnesps), con il contributo del reparto di Malattie virali e vaccini attenuati (Mipi) dell’Istituto superiore di sanità, pubblica i dati nazionali della sorveglianza integrata di morbillo e rosolia. I dati raccolti nei primi mesi del 2016 rivelano un aumento dei casi di morbillo rispetto al 2015. Complessivamente, da inizio gennaio a fine ottobre sono stati registrati 650 casi (possibili, probabili o confermati) di morbillo, contro i 258 totali del 2015. Nel 2014 i casi erano stati più numerosi (1.696), ma comunque in diminuzione rispetto al 2013 (2.258). Il trend dunque era positivo, mentre ora, dopo due anni “buoni”, torna a essere negativo.
Colpiti giovani e bambini
La maggioranza dei casi del 2016 ha riguardato giovani, con un’età media di 18 anni. Nemmeno i bambini sono stati risparmiati: nel 27% dei casi la malattia ha colpito bimbi con meno di cinque anni. Molte le complicanze. In poco meno della metà delle persone colpite (44%) sono comparse stomatite, diarrea, polmonite, otite, epatite, insufficienza respiratoria, encefalite e convulsioni.
Colpa del calo dei vaccini
Secondo gli esperti, la diffusione crescente del morbillo è da imputare principalmente al calo delle vaccinazioni, a sua volta dovuto alle paure dei genitori e alle cattive informazioni. Infatti, il vaccino rimane la misura più efficace per prevenire e tenere sotto controllo questa malattia. Meno persone si vaccinano e più il virus responsabile circola. E, infatti, oltre all’Italia, anche la Romania (554), il Regno Unito (475), e la Germania (241), hanno segnalato un numero elevato di casi di morbillo nel corso del 2015. Attualmente ci sono epidemie di morbillo in Danimarca, Romania e Regno Unito.